Si è ripercorso la storia di un grande sognatore, attivista per i diritti umani, una di quelle figure del nostro tempo che per quello che hanno fatto in vita è difficile dimenticare. Tramite le parole della madre Egidia, infatti, abbiamo potuto parlare di Vittorio Arrigoni e della sua vita spesa per i diritti degli altri.
Egidia Beretta Arrigoni ha fatto tappa a Empoli alla libreria Rinascita e alla casa del popolo di Pontorme ieri, mercoledì 6 maggio e oggi al liceo Il Pontormo dove ha incontrato gli studenti. Gli incontri sono stati organizzati dall’associazione Lilliput Empoli e dal laboratorio sociale Iskra.
La storia che racconta Egidia è di quelle che coinvolgono inevitabilmente gli uditori: con lei si ripercorre la vita di Vittorio, dai primi viaggi fino alla Palestina, il luogo che lui aveva scelto come casa e che gli era rimasto più nel cuore.
A Gaza infatti Vittorio dichiarò: “Qui sono e faccio quello che ho sempre sognato”. Aiutando i contadini e i pescatori poteva mettere in pratica quell’Utopia che portava sempre con sé e con la quale si firmava.
Egidia, presentando il suo libro ‘Il viaggio di Vittorio’, racconta con semplicità e trasporto il rapporto che avevano.
“Quando partì nel 2008 per arrivare a Gaza via mare non ci disse dove stava andando. Mi chiamò mentre ero a lavoro e sentii tutta la sua gioia. Stava vedendo la terra, stava arrivando a Gaza”.
Vittorio, tra le altre cose, fu l’unica voce che testimoniò quello che succedeva a Gaza durante l’operazione Piombo Fuso. Stava sulle ambulanze, raccoglieva i corpi dei feriti e dei morti. Ai giornalisti non era possibile entrare, così lui ogni giorno inviava articoli che venivano pubblicati sul Manifesto e che poi furono raccolti nel volume ‘Gaza. Restiamo umani’.
“Non sapevamo nulla di lui in quel periodo – ricorda la madre – sapevamo se era ancora vivo solo dagli articoli del giornale”.
Finita l’operazione Piombo Fuso Vittorio tornò per un periodo in Italia, viaggiò in lungo e in largo con il libro e con i racconti di quella terra martoriata perchè "conoscere è il primo passo verso la soluzione".
Dopo pochi mesi però ripartì per non fare più ritorno. Vittorio fu infatti ucciso nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011.
Il viaggio che ha intrapreso ora Egidia, che, invece di rifugiarsi nel dolore, gira l’Italia tramandando le idee di Vittorio si racchiude in queste frasi riportate sul suo libro.
“Non è un eroe né un martire, solo un ragazzo che credeva nei diritti umani. Eravamo lontani, ma più che mai vicini. Come ora, con la sua presenza viva che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passando il testimone. Restiamo umani.”