Visitando il piano terra del padiglione Spadolini sarete subito accolti da un emozionante viaggio nell'imprenditorialità artigiana made in Italy, una sorta di grande museo "vestito" che coniuga saper fare, ricerca sopraffina del dettaglio, eleganza e stile. Pezzi unici, custoditi con cura in importanti collezioni e musei d'impresa sono esposti alla mostra "Dalla testa ai piedi. L'artigianato d'arte nelle collezioni e nei musei d'impresa in Italia".
Sarà permesso sognare girando intorno all'abito in foulard di seta indossato dall'attrice americana Drew Barrymore, in prestito dal Museo Salvatore Ferragamo insieme ai sabot argentati "Princess" in tessuto ricamato a motivo floreale e tacco in plexiglass.
Papaveri, farfalle ed altri insetti del prato realizzati con la tecnica del’applicazione e punto catenella e a punto sodo popolano il vestito in taffettà di seta pura foderato in satin, confezionato dalle mani d’oro di sarte e ricamatrici del laboratorio fiorentino di Loretta Caponi per la mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia intitolata “Regioni e Testimonianze d’Italia” svoltasi al Complesso del Vittoriano nel 2011.
Angela Caputi (in arte Giuggiù) propone, in omaggio ai 150 anni di Firenze Capitale, la collezione “Battistero”: collana, orecchini, bracciale e spillo, creazioni d’alta moda ispirate dalle fasce bicromie del rivestimento marmoreo del monumento fiorentino.
Una brezza primaverile avvolge il sandalo in camoscio con fiori di pesco dipinti a mano, pezzo femminile in crespo di lana stampato a motivi floreali policromi dai toni sgargianti è la proposta del Museo del Tessuto di Prato.
Sul fronte della moda maschile, in mostra un “Panama Montecristi” prodotto da Borsalino per i 150 anni della storica azienda. In esposizione anche tre cappelli della collezione di Enrico Coveri, come il “Cappello corsaro” in paglia color neutro con una fibbia in metallo dorato e strass, disegnato e regalato dal celebre stilista all’amico Andy Warhol nel 1985. Fu Coveri a inventare una particolare lavorazione a maglia intrecciata con macro paillettes, tanto che «Le Figaro» scrisse: «Le paillettes stanno a Coveri come le catene a Chanel» . Ne sono prova i due abiti in tricot a mano con paillettes bianche, nere e colorate esposti all’iniziativa.
In pura seta tessuta nel laboratorio dell’Antico Setificio Fiorentino le due giacche da cocktail monopetto presentate da Stefano Ricci a testimonianza dell’eccellenza assoluta della manifattura. A corredo, in mostra anche un magnifico orditoio realizzato su disegno leonardesco, l’unica copia esistente dello storico esemplare regolarmente funzionante nella sede fiorentina dove ancor oggi mani esperte lavorano ai telai del XVIII e XIX secolo.
Si intitola “Giardino” il telo in velluto cesellato a tre corpi in prestito dalla Fondazione dell’Arte della Seta Lisio, databile intorno al 1927.
Fra gli accessori, in evidenza la Pipa raffigurante Pio XII proveniente dal Museo della Pipa di Ariberto Paronelli, il monile del Museo Unoaerre di Arezzo, le parrucche Filistrucchi e gli occhiali fashion degli anni ’40 in avanti in prestito dal Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore.
Desta curiosità infine l’alambicco del Settecento in stagno e rame utilizzato per la distillazione delle essenze aromatiche e la Bottiglia fiorentina o essenziere del XVII secolo in prestito dal Museo dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
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Niccolò Matellini