gonews.it

Lentezza e staticità di una zona torrida

Zona Torrida è uno spettacolo scritto da Donato Sannini e Daniele Costantini nel 1984 e riproposto da Andrea Kaemmerle e Riccardo Goretti nei ruoli che furono a suo tempo dello stesso Sannini e di Carlo Monni,  coadiuvati in scena da Adelaide Vitolo. A più di trentanni di distanza lo spettacolo è andato in scena al teatro Dante di Campi Bisenzio lo scorso 18 aprile. La trama è molto semplice, così come la scenografia. Un monolocale squallido, con un letto, un attaccapanni, un tavolo.  E poi i due protagonisti, Torquato e Anatrone, due uomini depressi, due personaggi al limite del tragicomico, che ciondolano in casa animati dal grande dilemma “meglio la Simmental o la Manzotin?”. Tra un panino trangugiato in un sol boccone e una partitina a carte, i due parlano delle ex mogli, di politica, di calcio, della tv che li annoia,  del tempo che non passa… L’insoddisfazione e la rabbia verso il mondo si concentra soprattutto verso le donne in una misoginismo aggressivo condito da un linguaggio colorito e fuori dalle righe. Se la noia doveva essere il tema centrale di questa zona torrida, solo qualche battuta bene assestata ha evitato gli sbadigli. Confesso, non avrei mai creduto di poter assistere a uno spettacolo di Kaemmerle che mi risultasse così tedioso e lento, ma purtroppo tutte le ciambelle non riescono con il buco. Anche l’arrivo del personaggio femminile in scena, Guendalina, che avrebbe dovuto dare un po’ più di ritmo alla vicenda risvegliando la rivalità tra i due uomini,  in realtà non mi ha convinto. A livello attoriale si può dire che l’ho trovata piuttosto scialba e  banale. Insomma, certo il personaggio già di per sé forse era un po’ “zoppo”, ma  anche la scelta dell’attrice non è stata certo d’aiuto. Nonostante io non abbia apprezzato questo spettacolo, continuo a pensare che Kaemmerle goda di una comicità naturale oltre che di grande talento, e , vedendo per la prima volta in scena  Riccardo Goretti , penso di lui la stessa cosa , che sia un giovane con molte potenzialità ma che forse questo ruolo un po’ piatto non gli abbia reso la necessaria giustizia. Bella la colonna sonora caratterizzata da  intermezzi musicali anni ’80 . Tra una scena e l’altra il buio è stato illuminato da hit come Freedom degli Wham, Fotoromanza di Gianna Nannini o Relax dei Frankie goes to Hollywood che hanno contrastato con la staticità della scena.

Exit mobile version