Quattro forze della sinistra: "Di fronte a mille morti nel Mediterraneo non rimaniamo in silenzio"

"Di fronte all'ennesima tragedia nel Mar Mediterraneo, con un bilancio di circa mille vittime, non possiamo restare in silenzio.
Una tragedia che ha precise responsabilità, a partire dalle scelte compiute dalle istituzioni italiane ed europee, che continuano a perseguire politiche di chiusura delle frontiere, relegando il tutto ad un problema di emergenza. Ma è dagli inizi degli anni '90 che si parla di flussi migratori nel nostro Paese e tuttora il vuoto legislativo, che ruota attorno alla questione, è enorme e chiede di essere affrontato una volta per tutte.

Né l'Italia né l'UE hanno attuato azioni risolutive che permettano un accesso protetto dei profughi e richiedenti asilo. Abbiamo tutti una enorme responsabilità di fronte a questo genocidio, perché di questo si tratta.
L'immobilismo, sia dell’Europa che dell’Italia, è determinato da volontà ben precise: quella di mantenere i flussi migratori così come sono, al fine di alimentare sempre più quell’enorme mano d'opera a servizio del capitale europeo, consentendo di fatto la compressione dei diritti e dei salari complessivi, e quella di appoggiare le politiche espansionistiche, perpetrate in questi ultimi vent’anni in tutto il nord africa e nel Medio Oriente, seguendo la teoria del cosiddettocaos creativo.

È necessario aprire immediatamente i canali di ingresso umanitari, convocare una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, oltre a costruire un piano di accoglienza globale, nel quale ogni Stato, che aderisce alla Carta dei Diritti dell'Uomo, faccia la sua parte.
Con la chiusura di “Mare Nostrum”, a favore dell’operazione “Triton”, siamo passati da una operazione di salvataggio al pattugliamento e alla difese dalle coste europee, lanciando un chiaro messaggio di chiusura e il cui risultato è sotto gli occhi di tutti.
Non è così che si combattono le organizzazioni criminali, alimentate dal proibizionismo e dalla chiusura di qualsiasi canale legale di accesso.
Dunque, ci schieriamo a gran voce con chi chiede:

aperture di percorsi di ingresso, autorizzati e sicuri, per chi fugge dalle persecuzioni
una degna accoglienza, a partire dal riconoscimento del titolo di soggiorno, oltre che di percorsi di inserimento nel territorio
un’immediata apertura dei confini interni all’Europa che privano migliaia di persone del diritto di scegliere dove arrivare.
Dinanzi a tutto ciò, le amministrazioni comunali devono manifestare la partecipazione ed il cordoglio delle nostre comunità, indicendo una giornata di lutto cittadino.
Non dobbiamo cedere al pudore ed alla sensazione di impotenza che il ripetersi di queste tragedie genera. Non si può lasciare campo al solo racconto dell'egoismo, della cattiveria e del feroce razzismo, bisogna anche esternare il dolore che ci mantiene umani.
Riteniamo, infine, che le amministrazioni comunali debbano assolutamente rendersi disponibili ad attuare un piano d’accoglienza, per quanti riescano ad arrivare sul nostro territorio nazionale."

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