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Su Marte per studiare l’atmosfera: lo scienziato Simoncini partecipa al lancio dell’oggetto chiave della missione sul Pianeta Rosso

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Si chiama EDM (Entry, Descent and landing demonstrator Module) e nel 2016 arriverà niente meno che su Marte. A lavorare 'sull’attrezzo’ dell'ESA (l'Agenzia Spaziale Europea) è Eugenio Simoncini, scienziato castellano, insieme al team di cui fa parte ad Arcetri, all’Università di Padova e ad altri scienziati da tutta Europa.

“Ci ho lavorato fino a ieri – ci ha detto - e proprio adesso lo stanno portando a Cannes per un’altra valutazione”.

Nel 2016 EDM partirà da Baykonur, in  Kazakistan, grazie alla collaborazione con la russa ROSCOSMOS.

“Fino ad ora sono stato coinvolto per la ‘Planetary Protection’", che sarebbe la sterilizzazione del materiale che va su un altro pianeta. Da ora mi occuperò invece dei dati che saranno presi nel 2016”

Ma cosa farà esattamente Edm su Marte?

“Quell'oggetto ha due antenne, che escono nell'atmosfera. Il tutto è montato su una specie di disco che scenderà lungo l'atmosfera, raccogliendo dati. Ci sono in totale sei sensori che raccolgono dati atmosferici: temperatura, pressione, umidità, opacità dell'atmosfera (a causa della presenza di polveri), direzione e forza del vento, e carica elettrostatica. Soprattutto l'ultima è importante perché è una totale novità: l'atmosfera di Marte presenta fenomeni elettrostatici strani, perché c'è molta polvere dal momento che non ci piove. La parte più scientifica della mia partecipazione arriverà al momento dell' 'ammartaggio', poiché lavorerò sui dati raccolti".

Nella stessa missione a cui partecipa Simoncini, ovvero l’ ExoMars – 1,  ci sarà anche un satellite che rimarrà in orbita su Marte.

“I passi successivi  si svolgeranno poi nel 2018 con la ExoMars - 2, che sarà invece un rover, ovvero una specie di macchina, con un "trapano" di circa un metro di lunghezza per andare in profondità nel suolo e studiare, finalmente, il comportamento dell'acqua in quelle condizioni”.

Ma a che punto è la ricerca della vita sui pianeti?

"Per adesso posso dire che la Terra ha un enorme "impronta" della vita sull'atmosfera, impronta data in milioni di anni. Marte invece sembra non averne. Marte, per quanto ne sappiamo adesso è come sarebbe stata la Terra ora se non ci fosse stata la vita. Ovviamente i dati che raccoglieremo ci aiuteranno a capire meglio certi processi marziani, per esempio i "dust devils", degli uragani di polvere in miniatura molto carichi di carica elettrostatica. E con la missione del 2018 sapremo meglio come si comporta l'acqua nel primo sottosuolo, e come si è comportata in tutti questi secoli”.

Quindi c’è vita nel sottosuolo marziano?

"Temo proprio di no. Acqua liquida si, è possibile e in molti lo stanno dimostrando già da ora. Ma per la vita serve altro. Ad esempio una fonte continua di energia, ma Marte è geologicamente "spento" da molto tempo".

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