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Il garante dei detenuti Corleone: "Trasformare Gorgona in un modello"

Franco Corleone (foto gonews.it)

O diventa un carcere esemplare o così non ha più senso di esistere. Dopo aver visitato l’istituto penitenziario dell’isola di Gorgona, dove sono recluse 58 persone, il garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, ha parlato della mancanza dell’idea del significato della pena e del modello. Si tratta di capire – questo il pensiero del garante, che nella visita è stato accompagnato dal garante dei detenuti di Livorno, Marco Solimano – perché tenere un carcere su un’isola. Mentre in passato si trattava di istituti speciali o per confinati, oggi ha senso se diventa qualcosa di alternativo con un progetto ben definito.

Sugli interventi da compiere, Corleone ha specificato che andrebbe ampliata la vocazione dell’isola, un modello dal punto di vista ambientale, sociale e culturale, immaginando anche un intervento pubblico. L’isola – è la proposta di Corleone – potrebbe essere un richiamo per i corsi professionali: si potrebbero organizzare iniziative per alcune categorie di professionisti e far gestire ai detenuti l’accoglienza, lavorerebbero così per un progetto di sociabilità.

Corleone ha definito Gorgona un “paradiso” dove i detenuti vivono in celle singole, spaziose, ben ammobiliate e con bagni decenti. Sarebbe – ha detto – il luogo ideale per sperimentare il diritto all’affettività in carcere.

Il garante ha, però, ricordato anche i numerosi problemi di questa realtà a partire dalla mancanza di trasporti ai costi eccessivi per il mantenimento della struttura alla carenza di lavoro per i detenuti. Non c’è più il collegamento della Toremar, ha rilevato il garante regionale, e per arrivare sull’isola ci vuole la pilotina della polizia penitenziaria. Quanto all’energia, è stato fatto un impianto con 11 generatori a gasolio, costato 2 milioni di euro e ogni giorno per farlo funzionare occorrono 400 litri di gasolio, nessuno ha pensato ai pannelli solari o all’eolico. Manca, infine, il lavoro per i detenuti, e quello che c’è non ha riconoscimenti professionali.

I detenuti sono occupati solo tre ore al giorno nella manutenzione dei fabbricati o nel forno e non più cinque ore come in passato.

Sono diminuite le attività, ha aggiunto Corleone, non ci sono più né l’allevamento delle orate ne’ la coltivazione delle piante officinali, ne’ la produzione di olio e il caseificio è stato chiuso. Il garante ha ricordato che sull’isola ci sono circa 500 capi di bestiame tra bovini, suini e ovini e le difficoltà, in mancanza di pascoli, del loro allevamento. L’unica cosa che funziona, questo la sua valutazione, è la tenuta Frescobaldi per la produzione di vino, ma sono impiegati pochi detenuti.

Corleone ha infine proposto, tra le ipotesi per il rilancio di Gorgona, una riunione di tutti i garanti dei detenuti da tenersi a luglio.

La prossima settimana il garante regionale terminerà il giro di visite alle carceri toscane: lunedì 20 sarà alla casa circondariale femminile di Empoli e martedì 21 all’Opg di Montelupo.

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