Pontedera-Italia 2-1. Giulio Drago racconta di quando batté la Nazionale

Di batoste la Nazionale italiana ne ha prese tante nella storia. Mai goleade, ma sconfitte che potrebbero essere definite 'inaccettabili' per un popolo che nei fine settimana - e non solo - si riversa sui campi a gioco e fa del calcio una delle proprie ragioni di vita.
Passino le due Coree, passi la semifinale regalata all'Argentina nel '90 in casa nostra, c'è un'altra sconfitta che nella storia ha fatto clamore e a quei tempi piuttosto scalpore. È il 2-1 subito dagli Azzurri dal Pontedera, durante l'amichevole del 6 aprile di ventun'anni fa.
Una partita - forse l'unica - dove a battere la Nazionale non è un'altra selezione professionista, ma una squadra di semiprofessionisti che milita in quello che allora era il quarto livello del calcio italiano, la vecchia C2, quella divisa in tre gironi - A il nord, B il centro e C il sud Italia -, quella che il Pontedera lasciò a fine stagione per andare a giocare in C1, vista la promozione diretta con il Gualdo, avanti di due punti in classifica finale (68 a 66).

Di quel Pontedera Giulio Drago ci racconta solo bei ricordi, come favolosi e ancora nitidi sono i sentimenti durante una partita che a Pontedera è rimasta nella storia. Una partita, quella del centro tecnico di Coverciano, che doveva servire alla Nazionale per preparare il Mondiale alle porte e che invece ha finito per essere ricordata come quella volta che il Pontedera batté la Nazionale.

Fortissimo quel Pontedera, dentro e fuori dal campo. D'Arrigo porta con sé alcuni elementi dalla Sestese per cominciare la nuova avventura in C2 con i granata. C'è anche Giulio Drago, che a Sesto si allenava in attesa di una chiamata, visto che era senza contratto. Così, insieme a Cecchi, Allori, Rocchini, la squadra si rinforza e diventa quella capace di rimanere più a lungo imbattuta nei campionati italiani nella stagione 1993-1994. Una squadra organizzata e con la mentalità vincente, ci dice Drago, che manda a memoria le indicazioni dell'allenatore ispirato proprio da metodi e schemi di Arrigo sacchi, rivoluzionario per antonomasia del calcio degli anni '90.
E proprio D'Arrigo batte Sacchi, in un incontro che gli Azzurri - futuri vicecampioni del mondo solo dal dischetto - prendono troppo alla leggera, tanto che i granata si ritrovano sul 2-0 in appena tre minuti, con Rossi al 19' e Aglietti al 22'.
A questo punto la Nazionale, quella con Maldini, Albertini, Panucci, Massaro, Baresi, Donadoni - gente che il mese dopo avrebbe il campionato e la Coppa dei Campioni - quella con Roberto Baggio Pallone d'Oro l'anno prima, quella Nazionale fa la figura di un qualsiasi club di provincia costretto a riparare la veemenza dei granata, capaci di pressare tanto e bene e alto, come del resto in tutto il campionato.
Solo nel secondo tempo Sacchi proverà a risistemare meglio la squadra, riuscendo a mettere in difficoltà Drago e compagni, in grado di far girare palla e mandare a vuoto gli Azzurri per almewno tutto il primo tempo.
Solo nel secondo tempo, appunto, l'Italia riuscirà a malapena a rientrare in partita con il gol di Massaro dopo dodici minuti dall'intervallo, e un gol-non gol, una traversa che rimette la palla a terra, subito ripresa da Drago. Se fosse stato gol non sarebbe cambiato niente. Come invece avrebbe voluto Sacchi, che a Collina disse di allungare il recupero dopo il 90' perché quella sconfitta non sarebbe stata facile da dimenticare. E infatti.
Ventun'anni dopo e forse ancora per i tifosi granata, quella partita rappresenta per il culmine della storia dell'US Pontedera, l'unica squadra italiana ad aver battuto la Nazionale.

Italia-Pontedera 1-2
19' Rossi (P), 22' Aglietti (P), 57' Massaro (I)

Italia: Marchegiani (Peruzzi), Panucci, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi (Negro), Donadoni, Conte, Signori (Massaro), R. Baggio (Casiraghi), Stroppa (Fontolan). All. Sacchi.

Pontedera: Drago, Vezzosi, Paradiso, Rocchini, Allori, Cecchi, Rossi, moschetti, Cecchini, Pane, Aglietti. All D'Arrigo.

Christian Santini

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