L'Avis dona i cipressi al Comune dopo la devastazione del 5 marzo

Basta, per ricordare, fare una piccola interrogazione su internet ed appaiono evidenti i segni della devastazione del 5 marzo 2015 sul territorio comunale di Scarperia e San Piero a Sieve.

La devastazione nel territorio comunale di Scarperia e San Piero è stata disarmante. Per questo motivo l'Avis Scarperia e San Piero a Sieve (con voto unanime del consiglio direttivo presieduto da Nicola Fanfani) ha deciso di donare all'amministrazione comunale i cipressi da piantare al cimitero di Scarperia, abbattuti dalla furia del vento del 5 marzo scorso.

Avis Scarperia e San Piero a Sieve ha dato il via ad un modo di pensare e agire che può diventare tradizione, per il mondo associazionistico e non solo.         Proposta simile, ma comunque da adottare sul territorio, vista l'esigenza giocoforza,  lanciata su OKMugello dal vice-Presidente di Avis Scarperia e San Piero a Sieve Ezio Alessio Gensini il 1° aprile 2013 “Un albero per ogni figlio che nasce in Mugello. La proposta…” (Ripreso poi anche da Adnkronos/IGN e www.informazione.it):

Nel luglio del 1981 in uno dei suoi tanti avvisi alla gente della valle del Marecchia, Tonino Guerra scrisse: “Inventiamo una nuova tradizione: per ogni figlio che nasce andiamo a piantare un albero da frutto sulla sponda del nostro fiume: In pochi anni sarà creato un grande bosco di fiori dal mare al ponte di Verucchio".   Tonino Guerra, nemmeno lui è stato ascoltato fino in fondo, ma almeno qualcosa è stato provato. Da noi nel Mugello da diversi anni viviamo inverni ricchi di neve e purtroppo molti rami e addirittura alberi interi si spezzano irrimediabilmente. Poi i vari insetti o malattie della vegetazione fanno il resto.

Ho visto che viene adottato il sistema del “taglione” a volte poco giustificato e/o ingiustificabile. E, non viene posato un altro albero (magari facendo attenzione alle persone soggette ad allergie o quant’altro di patologico), anzi un desolante niente. Inventiamo anche noi in Mugello questa tradizione.         “Bisogna stare in un posto dove le parole sono come foglie che rubano i colori alle nuvole e dondolano nel vento” (Tonino Guerra). L’orto dei frutti dimenticati: bagliori d’ombra. Lungo la via Emilia, nel margine occidentale di Bologna, poco prima di Lavino di Mezzo, c’è il Teatro Ridotto. Nel prato retrostante, insieme a Il Bosco dei Pensieri, un’installazione di Tonino Guerra con sculture pensate appositamente per questo spazio, nel novembre 2010 sono state messe a dimora trenta piante da frutto di varietà ormai dimenticate, simili a quelle che aveva raccolto a Pennabilli.

Ogni pianta è dedicata a un uomo di teatro scomparso, da Jerzy Grotowski a Leo de Berardinis e Julian Beck. Nell’orto, tra le sculture e le piante da frutto, perché, come ha detto Guerra, “Bisogna stare in un posto dove le parole sono come foglie che rubano i colori alle nuvole e dondolano nel vento”. Diceva sempre a noi, suoi allievi: «Non è vero che uno più uno fa sempre due; una goccia più una goccia fa una goccia più grande.»

Fonte: Ufficio Stampa

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