
“Non intervenire alle Direzione significa rifuggire le sedi di confronto del partito, così viene a mancare totalmente il dibattito politico anche dialettico ed aspro che è la linfa del senso di comunità del partito.” Così Stefano Fabbri, membro della Segreteria Provinciale e sostenitore della candidatura di Cristina Conti, è intervenuto nella Direzione del 7 aprile, che tanto scalpore sta suscitando sui media locali. “E che non manca solo il senso di comunità, ma di partito. Il partito è ormai ridotto ad una serie di potentati legati da interessi trasversali. Al congresso di 18 mesi fa tutti e tre i candidati dissero che alla base del loro impegno c'era proprio la volontà di restituire il ruolo di discussione ed elaborazione politica a tutti i livelli del Partito e quello che sta accadendo dimostra quanto poco verso si sia cambiato, almeno a Pisa.
Questo modo di procedere è eticamente inaccettabile, così come lo è telefonare per caldeggiare la presenza o l'assenza ad una riunione. Oltre tutto è una enorme mancanza di rispetto per tutti quei compagni che facendo un lavoro certosino e faticoso, sono andati a raccogliere le firme casa per casa in tutte le unioni comunali della provincia e per tutti quegli iscritti che hanno firmato per i vari candidati”. Samuele Agostini, membro della Direzione Nazionale, rincara la dose, parlando di un Partito che muore di tatticismi e cattiva politica.
Barbara Guerrazzi, Presidente della Direzione Provinciale: “Nonostante faccia politica da molti anni preferisco credere alla buona fede delle persone, quindi voglio sperare che l'assenza in blocco del folto gruppo dei renziani sia dettata da un disagio reale, come ho letto sui quotidiani la mancanza di rappresentanza di alcuni territori, e non da un meschino tornaconto personale di alcuni candidati che avrebbero fatto “cartello”. Mi auguro che alla Direzione del 10 siano tutti presenti e finalmente sia restituito alla Direzione il suo ruolo di confronto politico, senza cercare il comodo rifugio dell'Assemblea Regionale, dove i numeri, si sa, dicono cose diverse da Pisa.
Fonte: Ufficio Stampa
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