“All’interno del cartellone degli eventi relativi al Capodanno Pisano, gli “Amici di Pisa” hanno organizzato lo scorso 25 marzo una seguitissima conferenza curata dal Prof. Francesco Mallegni, noto anatomopatologo, che ha affascinato il pubblico presente nella Sala Alfredo Marcelli del Sodalizio relazionando finemente circa l’ispezione dei resti del Conte Ugolino della Gherardesca, dei figli e dei nipoti.
Ancora una volta, il Prof. Mallegni ha potuto smentire categoricamente la vulgata che da secoli aleggia intorno alla figura del celebre personaggio storico pisano che cioè questi, durante la prigionia nella Torre della Muda si sia cibato dei resti umani di figli Gherardo (detto Gaddo) e Uguccione e dei nipoti Nino (detto il Brigata, figlio di Guelfo) e Anselmuccio (figlio di Lotto) lì fatti rinchiudere a seguito di un couped’ètat guidato dall’Arcivescovo Ruggeri degli Ubaldini. Se le colpe politiche del Conte Ugolino sono ormai arcinote -la gestione dei trattati di pace con Genova a seguito della battaglia della Meloria, il mancato rientro a Pisa dei pisani prigionieri a Campo Pisano in quel della città ligure, le lotte per il potere, il prezzo del grano- è ancora robusta l’idea, rafforzata dal XXXIII.mo canto dantesco dell’Inferno- che egli si sia cibato di carne umana.
Il Prof. Mallegni, a seguito della campagna di scavo nella Chiesa di San Francesco a Pisa ha potuto sostenere, senza ombra di dubbio e per di più rafforzato dall’analisi del DNA mitocondriale dei resti, che il Conte e la sua parentela là rinchiusa siano morti per inedia, cibandosi solo di pane fino al sopraggiungere della morte per stenti e per mancanza d’acqua avvenuta nel marzo 1289. Tra le curiosità esposte dal Prof. Mallegni è emerso che il Conte fosse in realtà stato un buon mangiatore di pesce.
La conferenza del Prof. Mallegni è stata preceduta dalla cerimonia di donazione agli “Amici di Pisa” da parte di Giorgio Micheletti di una sua raccolta familiare di numeri de “La Cèa, organino ufficiale del Comitato Renato Fucini” e diretto allora da Domenico Sartori. La raccolta risale agli anni ’51-’54 e presenta ancora le pagine accoppiate in testa alle stesse. “..E’ una parte importante di Pisa che torna a Pisa dove sono orgogliosamente nato e cresciuto prima che la mia famiglia si trasferisse a Varese. Proprio a Pisa ho ancora tanti amici ed ho potuto assistere alle vicende calcistiche dell’ultima serie B...” ha commentato così il volto noto della tv del calcio regional-nazionale Giorgio Micheletti che ha potuto osservare e conoscere la Biblioteca Storica degli AdP in particolare il fondo vernacolare Alessandro Bellincioni che vedrà aggiungersi la “Donazione Giorgio Micheletti”.