
Non abbiamo intenzione, di rinunciare al nostro modello di welfare pubblico e universalistico, che, pur con tutte le criticità, ha raggiunto standard di qualità' riconosciuti anche recentemente dagli organismi preposti.
Ci sono ben noti i danni che i tagli lineari alle regioni e agli enti locali, operati in totale continuità dagli ultimi governi stanno producendo sul nostro sistema di welfare, nei servizi sanitari, nell'assistenza sociale e nel sistema scolastico, li avevamo previsti e li abbiamo combattuti, con mobilitazioni e scioperi.
Ciò nonostante, a fronte di maggiori problemi economici dei cittadini causa crisi, dell'invecchiamento della popolazione e delle cronicità, ci siamo ritrovati con il taglio di due miliardi e mezzo condiviso nella conferenza stato regioni che ha annullato quanto previsto dal patto per la salute del 2014.
Abbiamo anche molto presente il fatto che è stata tagliata l'Irap alle imprese, in maniera assolutamente generalizzata, senza preoccupazione alcuna dell'impatto sul finanziamento per il sistema sanitario.
Ricordiamo a tutti che Cgil, in Toscana, ha accettato la scelta di riorganizzare il sistema per una maggiore razionalizzazione ed eliminando duplicazioni, purchè finalizzata ad una maggiore appropriatezza dei servizi, dalla rete ospedaliera alla strutturazione dei servizi territoriali
In questo quadro ci saremmo aspettati l'apertura di un confronto per stabilire delle priorità condivise, leggiamo invece di nuove proposte non discusse e non previste.
Le criticità del sistema, la fase di oggettiva difficoltà vissuta dagli enti locali, non devono essere usate per giustificare il superamento del sistema di welfare pubblico.
Giudichiamo avventate e spregiudicate le ipotesi lanciate nei convegni e nella stampa di un ritorno alle casse mutue che comporterebbero l'affossamento del SSN.
Oltretutto in totale incoerenza con il PSSIR approvato nel recente novembre 2014 e con la legge di riordino del 28 marzo 2015.
Il mutualismo, anche se integrativo, ha sempre rappresentato un genere di tutela sostanzialmente corporativo che favorisce i più forti e le disuguaglianze . Il nostro obiettivo principale è una maggiore uguaglianza non certo un diritto alla salute subordinato alla possibilità di pagarsi o meno una mutua.
Se di integrazione vogliamo parlare crediamo più opportuno, prima di mettere il cittadino in mano al privato, ottimizzare quanto gli atti regionali già prevedono in tema di integrazione tra sanità e sociale in ambito pubblico, in un’ottica di integrazione sul territorio, vantaggiosa per tutti, consentendo di moltiplicare gli effetti positivi della spesa pubblica per il welfare. L’idea di partenza del nostro sistema regionale partiva proprio da qui.
Nel momento in cui le differenze, le disuguaglianze crescono, dove un numero sempre maggiore di Toscani non si cura perchè non ha soldi per farlo, quando la formula strisciante dei ticket ha di fatto escluso dai LEA parte della specialistica ambulatoriale, c'è bisogno di una verifica sulla destinazione e sull'utilizzo delle risorse, per la parte sanitaria e per quella sociale. C'è bisogno di maggiore omogeneità e accessibilità per tutti ai servizi, non certo di mutue private e di voucher discrezionali che ci riportano ad epoche passate fatte di maggiori differenziazioni nella garanzia del diritto alla salute e alla assistenza.
Quanto successo in altre regioni ci racconta che privatizzare non ha portato un miglioramento ai cittadini, sia in termini di quantità che di qualità, ed e' stata spesso fonte di fatti corruttivi che rappresentano uno dei freni maggiori allo sviluppo del paese. nb
Cgil-Fp Cgil-Spi Cgil Toscana
Fonte: Uffico Stampa Cgil Toscana
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