L'allarme di Cna: a rischio chiusura i carrozzieri, gli edili, le imprese di pulizia e gli impiantisti. Nella Valdelsa sono circa 400 le aziende del settore edilizio che hanno difficoltà nell'affrontare le nuove manovre del Governo, che attraverso il nuovo meccanismo fiscale basato sul 'reverse charge' e sullo 'split payment', tolgono liquidità alle piccole e medie imprese. In difficoltà anche il settore dei carrozzieri che nel territorio conta circa 600 aziende, con 2000 addetti.
Il Governo, incurante dei precedenti, ha presentato il Disegno di Legge sulla Concorrenza e, nel bel mezzo del pacchetto, sono state inserite le proposte di modifica della RCAuto, norme che, ancora una volta, vanno in un'unica direzione.
"Il Risarcimento in forma specifica, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine e carrozzerie convenzionate con le compagnie di Assicurazione, ha chiari obiettivi, mentre toglie all’automobilista la libertà di scegliere l’autoriparatore di propria fiducia: la tenaglia monopolistica imposta per legge, cioè l’affidamento allo stesso soggetto del costo delle polizze e delle riparazioni, mette a rischio la vita di migliaia di aziende ed il futuro occupazionale di 70/80 mila addetti che vi lavorano.
La misura, oltre che sbagliata e pericolosa, presenta una così tracotante assenza di motivazioni da lasciare interdetti: concede vantaggi alle già privilegiate compagnie di assicurazioni, vedi i loro utili che nel 2014 assommano a 2,200,000,000 euro, peraltro in presenza di una forte diminuzione dei sinistri stradali e dei premi assicurativi con il costo più alto d’Europa.
Adesso la nostra battaglia, ad ogni livello, prenderà la forma di una mobilitazione durissima a favore delle piccole e medie imprese e del paese reale. Agli automobilisti, ora più che mai, raccomandiamo di diffidare dalle promesse di facili risparmi; le assicurazioni, soggetto sin troppo “forte” rispetto ai consumatori e ai carrozzieri, hanno il solo obiettivo di incrementare i propri profitti a danno della qualità della riparazione e della sicurezza stradale”, spiega Floriano Venturini di Cna Empoli.
E’ devastante l’effetto finanziario scaturito dall’applicazione dello “split payment” e dal “reverse charge” che emerge da un nuovo studio dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese: un ammanco di cassa mensile medio di 9.300 euro per lo “split payment” pari a 111.600 euro annui, che tradotto a livello nazionale viene stimata per un importo pari a 1,3 miliardi di Euro. Per il Reverse charge invece, le stime medie di perdita sono di 1.100 Euro mensili, quindi di 13.200 annui.
In particolare, a essere maggiormente penalizzate dal “reverse charge” risultano le imprese che operano nel settore dell’istallazione impianti, le imprese edili che si occupano di “completamento di edifici”, le imprese che effettuano pulizie di edifici a favore di altre società. Come è noto entrambe le misure sono caratterizzate dal fatto che il fornitore della prestazione resa non riscuote l'Iva: dall'ente pubblico-debitore nel caso dello “Split Payment”, dai clienti soggetti passivi nel caso del “Reverse Charge”.
Le due misure sono state introdotte per contrastare illecite evasioni Iva, proposito che CNA condivide in pieno e senza riserve. Quello che non è accettabile è che per combattere pochi evasori si sia scelto, ancora una volta, di penalizzare migliaia di imprese oneste e corrette.
Potranno scegliere di compensare i crediti Iva in sede di dichiarazione annuale, con tempi di attesa particolarmente lunghi che possono arrivare anche a 15 mesi. In questo caso dovranno pagare da 300 a mille Euro di oneri amministrativi. Qualora volessero anticipare il recupero, chiedendo la compensazione dei crediti maturati con cadenza trimestrale, secondo stime dell’Osservatorio CNA, gli oneri amministrativi annuali partono da 780 euro e possono arrivare fino a 1.900 euro per le contabilità più complesse.
Per recuperare le risorse finanziarie perse, i costi del credito bancario diventano proibitivi. Emerge quindi un quadro particolarmente pesante per le imprese, come confermato dalle oltre 30mila firme raccolte in pochi giorni dalla petizione online promossa dalla CNA, solo in parte mitigato dalla disposizione contenuta nel decreto “appalti” che porta dal 10 al 20% l’anticipazione sul prezzo, concessa alle imprese fornitrici della pubblica amministrazione.
E’ urgente, dunque, un intervento correttivo che elimini “split payment” e “reverse charge” in caso di utilizzo delle fatturazione elettronica per la certificazione dei corrispettivi di vendita. E’ esattamente ciò che con CNA Regionale abbiamo chiesto ai parlamentari toscani ricevendo impegni ben chiari: aiutiamoci anche da noi a far sì che si sia coerenti.
