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Obiettivo Comune in polemica con l'amministrazione per la questione idirca

Il 18 marzo scorso le Commissioni congiunte dei Comuni di Barberino e Tavarnelle hanno ascoltato il Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana (A.I.T.) Alessandro Mazzei.

Si è trattato dell’ultima fase di un percorso che ha visto venire in Commissione prima il Forum dei Movimenti per l’Acqua, poi il Presidente di Publiacqua ed infine l’A.I.T.

Giunti a questo punto, il gruppo Obiettivo Comune ritiene giusto sottolineare tre aspetti che ormai appaiono chiari.

Sempre più lontani dai territori: l’articolazione dell’Autorità Idrica Toscana prevede che i 280 comuni della Regione eleggano 50 Sindaci che vanno a costituire l’Assemblea della A.I.T. che è l’unico organo che prende decisioni. Il parere degli altri 230 Sindaci può essere ascoltato ma non si è tenuti a seguirlo.

Sul piano tecnico-operativo, al vertice di tutto c’è il Direttore Generale.

Tradita consapevolmente la volontà popolare: con il referendum del 2011 la stragrande maggioranza dei cittadini italiani aveva sancito che non ci poteva essere utile garantito per i gestori del servizio idrico integrato. Il famoso 7% di “remunerazione del capitale investito” fu abolito.

L’acqua è un monopolio naturale in cui i gestori non hanno concorrenza, riguarda un bene di primaria importanza per la vita stessa e quindi non è eticamente e moralmente accettabile che investitori privati che guardano solo al profitto ne traggano un utile garantito. Quale altra impresa, anche gestore di servizi importanti, ha questo privilegio?

Ebbene, il Direttore di A.I.T. ha dovuto ammettere che nel metodo tariffario che è stato applicato dal 2012 in poi (metodo cervellotico e inutilmente complicato nei dettagli del quale non possiamo entrare qui) vi è una voce che si chiama “oneri finanziari” che equivale a circa il 6,3 % e che costituisce di fatto una forma di remunerazione del capitale investito.

Al di là dei tecnicismi e dei legalismi tirati in ballo dal Direttore per giustificarla, questi sono i fatti. Questa percentuale può variare con astrusi parametri, ma resta sempre un rendimento del capitale investito garantito dalla tariffa che non ha eguali in nessun altro tipo di investimenti.

In soldoni, ai soci privati dei gestori conviene prendere in prestito soldi a tassi intorno all’1% e investirli in Publiacqua guadagnando il 6,3% garantito!

E’ bene ricordare che nei 3 anni dopo il referendum Publiacqua ha chiuso i bilanci con questi utili: 2011 – 17 milioni; 2012 – 23 milioni e 2013 - 30 milioni distribuendo ogni anno ai Soci circa 11 milioni di dividendi.

Quante opere (ad esempio i necessari impianti di depurazione) o riduzioni tariffarie si potevano fare con tutti questi soldi?

I Sindaci sanno e avallano tutto, anche quando non lo dicono: nelle precedenti riunioni avevamo chiesto ai Sindaci di Barberino e Tavarnelle se fosse vero che si lavorava per un gestore unico regionale e come loro valutassero questa scelta. Entrambi caddero dalle nuvole dicendo che erano solo notizie apparse sui giornali.

Il Direttore di A.I.T. (ricordiamo che il Sindaco di Barberino fa parte dei 50 Sindaci dell’Assemblea A.I.T….) ci ha detto chiaramente che almeno tre gestori che, guarda caso, hanno lo stesso socio privato, ovvero Publiacqua (per l’appunto il nostro gestore), Acque S.p.a. e Acquedotto del Fiora hanno già riunificato alcune delle loro attività, in particolare la progettazione ed i servizi tecnici in vista proprio del gestore unico.

Una cosa già ben avviata quindi, non una voce apparsa sui giornali.

E i nostri Sindaci non ne sapevano nulla due settimane fa? O non sanno cosa succede, ed è grave, o lo sanno e non lo dicono per ragioni politiche, ed è altrettanto grave. Con buona pace per la volontà popolare che si era espressa chiaramente a favore della pubblicizzazione del servizio idrico.

Ci chiediamo come faccia il Sindaco di Barberino Giacomo Trentanovi, che a suo tempo ha fatto campagna referendaria per il SI al referendum, a sedere nell’Assemblea della A.I.T. accettando tutto questo senza almeno un qualche imbarazzo.

Obiettivo Comune continuerà ad occuparsi del problema dell’acqua, cercando in primo luogo di dare l’informazione che le amministrazioni non danno e facendo vedere che un altro modello di gestione per l’acqua è possibile.

Fonte: Movimento Civico Obiettivo Comune

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