Dario nonostante viva in una delle fette di mondo più belle e prospere, la California, non nega un giorno di poter tornare nella sua terra natìa, a Siena. Studioso di alto livello sul cambiamento climatico, Caro vive comunque con ottimismo e speranza per il futuro, conscio di aver rischiato ma di essere stato ampiamente ripagato.
Nome e Cognome: Dario Caro
Anni: 32
Cresciuto a: Siena
Studi: Sostenibilità ambientale, Studi sul Cambiamento climatico
Residenza e professione: Ricercatore (Post-Doc) a UC Davis (California). Vivo a Davis, California. Lavoro in Italia: Ricercatore (Post-Doc)
Prima esperienza all'estero: No, questa esperienza a Davis è la mia seconda esperienza all’estero. La prima esperienza fu sempre in California, però alla Stanford University. Nella prima esperienza sono stato 6 mesi in California come “visiting scholar” alla Stanford University mentre svolgevo il mio periodo di Dottorato all’Università degli studi di Siena. Adesso ho un contratto di Post-Doc all’Università della California.
La citazione: Siena è una città difficilissima da lasciare.
Perché ha deciso di andare all'estero?
Perchè ho avuto la possibilità di poter lavorare in una delle migliori università al mondo. Inoltre la ricerca in California è considerata un elemento fondamentale per la crescita e lo sviluppo nazionale. Perciò si investe molto nella ricerca. Inoltre, c’è molta competitività e di conseguenza, lavorare qui è molto più gratificante, non solo da un punto di vista economico ma anche e soprattutto da un punto di vista della soddisfazione personale.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
In questo momento purtroppo non c’è storia. In California si cerca di agevolare il più possibile il lavoratore che viene messo nelle migliori condizioni possibili di poter svolgere la propria attività professionale. Qui ti viene data una serie di obiettivi da portare a termine in un determinato periodo di tempo.
Ad esempio non ci sono orari o giorni di festa: se vuoi lavorare la domenica e andare al mare il lunedì puoi farlo tranquillamente. Questo meccanismo ti porta a lavorare maggiormente e in un modo più efficiente. In Italia invece la ricerca è poco finanziata e poco considerata.
Inoltre la burocrazia e la disorganizzazione ti costringono a perdere una grande quantità di tempo. È un peccato perchè la qualità c’è tanta anche in Italia ma è il sistema generale che non ti permette di sfruttarla al massimo. Personalmente devo moltissimo al gruppo di ricerca di Ecodinamica di Siena, per avermi sostenuto negli anni di Dottorato e per avermi dato la possibilità di formarmi professionalmente anche all’estero.
La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire?
Sinceramente non mi faccio mai idee prima di affrontare un qualcosa di nuovo. Sicuramente qui in California c’è un altissimo tenore di vita. In particolare per chi come me ha la grande fortuna di poter lavorare all’interno di un campus universitario. Personalmente credo che non esista un posto più bello dove lavorare, indipendente dalla posizione professionale. Andare a lavoro ogni mattina in bicicletta sotto il sole della California, immerso nel verde del campus è il massimo. Inoltre l’organizzazione che c’è nei campus universitari è veramente incredibile.
Cosa ti manca dell'Italia?
La mia famiglia. I miei amici. La mia Contrada. La mia città. Siena è una città difficilissima da lasciare. Tutti i miei affetti sono a Siena. Uno dei miei affetti principali è Siena stessa. Il prezzo da pagare è carissimo ma spero sia solo un periodo. Anche la California è comunque un posto che ti conquista. Una terra meravigliosa.
Torneresti a lavorare in Italia?
Certo. Lo vorrei. Spero che lo voglia anche l’Italia.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?
Ne ho molti. Uno in particolare..nella mia prima esperienza a Stanford. Appena arrivato non sapevo ancora bene l’inglese. Abitavo insieme alla proprietaria che mi affittava una stanza della sua casa. Il primo giorno, avevo bisogno delle lenzuola per il mio letto, cosi’ le chiesi delle “sheet” per il mio letto. Lei mi guardò stralunata perchè in realtà avevo chiesto delle “shit” per il mio letto. E purtroppo “shit” significa un’altra cosa...
Vuoi aggiungere qualcosa?
Spero che i miei sforzi, in questi anni, saranno ripagati e che riuscirò prima o poi a trovare una dimora fissa, dopo la grande esperienza acquisita all’estero. Spero magari in Italia. Vivo questa mia scelta con sincero ottimismo e anche con moderata felicità perchè comunque viaggiare e visitare il mondo sono per me delle importanti priorità. Non sono ancora sicuro che le mie scelte saranno ripagate in futuro ma non si può vivere una vita senza il coraggio di rischiare le proprie idee.
Elia Billero