Chiara Masini non ha perso tempo: subito dopo la laurea in Lingue e letterature straniere a Pisa ha mollato il lavoro che aveva per trasferirsi a Londra. Come sempre la prospettiva di rimanere in Italia non era delle migliori, soprattutto per gli stimoli lavorativi. Per ora le cose vanno bene e Chiara è molto soddisfatta dell'esperienza.
Nome: Chiara Masini
Anni: 23
Cresciuta a: Empoli
Studi: Laurea triennale in Lingue e letterature straniere presso l'Università di Pisa
Residenza e professione: Londra, commessa in negozio di articoli da ufficio e cancelleria
Lavoro in Italia: Tirocinante in ufficio
Prima esperienza all'estero: Commessa
Perchè ha deciso di andare all'estero?
Ho deciso di partire principalmente perchè non vedevo prospettive per il futuro.. Avevo un lavoro "comodo" in ufficio, vicino casa, con prospettive di apprendistato, ma in un campo che non mi stimolava. Ho studiato lingue perchè mi sentivo molto a mio agio con l'inglese e perchè volevo partire. Pian piano come tutti mi sono adattata alla vita che facevo e una mattina mi sono svegliata rendendomi conto che il mio lavoro non mi bastava, avevo bisogno di spingermi oltre e uscire dal guscio. Ho scelto Londra perchè per me era la scelta più ovvia e visti i miei studi sapevo di poter aspirare a qualcosa di più del classico inizio da cameriera.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
La prima è sicuramente che si trova lavoro molto più facilmente. Dopo la laurea ho dovuto aspettare sei mesi per un tirocinio, arrivata qui ho trovato un buon lavoro e ho fatto il colloquio dopo due settimane. Gli italiani sono ancora visti abbastanza bene per la determinazione che abbiamo e l'etica del lavoro. Appena mostri di avere interesse nell'ambito ti vengono offerti aumenti e puoi anche guadagnare bene vivendo da solo.
L'altra cosa importante è che i lavori sono tutti a tempo indeterminato, è difficile trovare qualcosa di temporaneo a meno che non siano sostituzioni di maternità, ma c'è un periodo di prova di tre mesi (pagati a stipendio intero) e in quel lasso di tempo se ti dimostri totalmente incompetente il capo ha diritto di mandarti via senza preavviso.
La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire?
Sinceramente no. In linea di massima sapevo a cosa stavo andando incontro. Certamente all'inizio ho avuto paura, prima di partire e appena arrivata. Non sapevo se sarei riuscita a trovare lavoro, avevo paura di dover tornare indietro in lacrime facendo la figura della poveraccia che si era immaginata di trovare lavoro all'estero senza referenze e invece tutto è andato e sta andando (per ora) al meglio.
Cosa ti manca dell'Italia?
Il bidet (se si può dire) e la famiglia. Avere tutto a portata di mano e conoscere le regole sono cose che vengono dopo un pò di tempo e anche con un pò di aiuto da parte di chi ci è già passato, ma non mi manca l'idea dell'Italia come nazione. Qui c'è modo di conoscere persone da tutto il mondo, senza pregiudizi e si possono avere grandi soddisfazioni nella vita di tutti i giorni.
Torneresti a lavorare in Italia?
Se le cose dovessero cambiare non lo escludo. Dubito che ci saranno miglioramenti nei prossimi 2 anni quindi non credo di tornare prima a meno che non riesca a fare carriera, in tal caso dovrei rifletterci perchè sicuramente qui si è pagati di più, ma è più probabile che torni per gli affetti che per la situazione lavorativa.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?
La cosa che più mi ha impressionata è che qui la gente non chiede mai da dove vieni, ma quali sono le tue origini. Magari per noi non fa differenza, ma qui fa tutta la differenza del mondo. Significa che si interessano della tua famiglia, del posto da cui provieni, ma nessuno presume che tu sia arrivato il giorno prima o che tu abbia intenzione di tornare nel tuo paese. Bene o male la maggior parte della popolazione è fatta di emigrati che si guadagnano la loro posizione e che lottano per restare in uno stato dove vengono date opportunità a tutti.
Elia Billero