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Intervista a Giancarlo Antognoni: "Montella mi piace, Viola avanti nella sfida col Tottenham"

Umile, rispettoso, amato. Giocava col pallone tra i piedi e gli occhi a fissare le stelle. Giancarlo Antognoni è questo. L’uomo del popolo. Eroe romantico di un calcio che forse non esiste più. “Il comportamento è alla base di tutto. Sono diventato questo per un certo tipo di percorso, un certo tipo di carriera. L’esser rimasto fedele per tanti anni ad una sola squadra“. Esempi lontani dal calcio moderno, dove per raggiungere un certo prestigio la strada da intraprendere è un’altra: “È il momento italiano che ci porta a questo. Un periodo totalmente diverso, dove per arrivare a certe posizioni devi fare un altro percorso.”

Giancarlo Antognoni si è raccontato, in esclusiva, a SuperNews, testata giornalistica di informazione sportiva. Ha parlato di sé, del suo rapporto con la Fiorentina, del cuore viola che continua a battere forte e del momento calcistico italiano. Con quella leggiadra semplicità che lo rendeva unico anche in campo.

Ciao Giancarlo, stasera c’è il ritorno dei sedicesimi di Europa League col Tottenham. Come vede la viola? Ha buone possibilità di passare il turno?
Il risultato dell’andata ti garantisce sulla carta almeno un 10% in più sul passaggio del turno. Quindi, in percentuale, direi 60 contro 40.

E se le speranze si concretizzassero? Dove può arrivare in Europa questa Fiorentina? E in campionato?
A livello europeo siamo competitivi, però esiste un gap con alcune squadre più organizzate e, forse, anche più forti. In campionato l’obiettivo è il quarto posto. Se lo mantiene, credo sia un risultato positivo. Arrivare al terzo mi sembra difficile.

Ultimamente Montella è finito nel vortice delle voci di mercato, in virtù soprattutto delle situazioni poco felici di altre squadre (Milan). Se dovesse partire, chi vedrebbe bene sulla panchina viola?
Io non lavoro per la Fiorentina, ma per la nazionale! (ride). Anch’io leggo i giornali, ma è chiaro che se va via Montella devi prendere un’allenatore giovane. Di Francesco? È molto bravo. In ogni caso, dipende tutto dalla società. Se vogliono vincere qualcosa, l’allenatore è basilare. Se invece si accontentano di galleggiare in queste posizioni, allora possono pure prendere un allenatore diverso. Io manterrei anche Montella, che sta lavorando bene. Però c’è bisogno di un programma. Se mandi via i giocatori migliori… L’allenatore ha bisogno di garanzie.

Ecco, riallacciamoci proprio al discorso sulla dirigenza. In una intervista rilasciata alla Gazzetta un anno fa ha raccontato che in questi anni Andrea Della Valle non le ha nemmeno concesso il momento per un caffè. Cos’è che secondo lei intimorisce l’attuale dirigenza? Forse il rapporto viscerale che lega Antognoni ad una piazza così calda?
Si, si, è vero, non ho avuto nemmeno la possibilità di parlare, mai. Evidentemente da parte della proprietà non c’è interesse. È proprio una questione di rapporti. Ma a prescindere da tutto, è questo che mi ha dato più fastidio, che non mi hanno concesso nemmeno un colloquio. Non avevo mica chiesto un posto in società.

E di Cuadrado invece? Cosa ne pensa della sua cessione? Doverosa o evitabile?

È stata una cessione un po’ affrettata. Però quando ti fanno queste offerte è difficile rifiutare. Chiaro, se uno ha degli obiettivi, hai dato via un giocatore importante. Ma ne sono arrivati comunque altrettanto importanti. Quel Salah mi sembra bravo. L’hanno sostituito degnamente.

Ai vertici del nostro campionato che situazione vede?

È tutto già delineato. Ha vinto la Juve. Seconda una tra Napoli, Roma e Lazio. Idem il terzo posto.

E per quanto riguarda il percorso europeo delle altre?

La Juventus è la migliore squadra italiana, avrà le sue chance. Le altre si barcamenano. Ce ne sono cinque in Europa League e penso che alla fine una riuscirà ad arrivare in fondo.

Fonte: Superscommesse.it - Ufficio Stampa

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