Il settore agricolo è in rivolta contro la decisione del Governo di applicare l’Imu agricola a molti Comuni che in base alla nuova classificazione saranno considerati “non-montani” e, quindi, dovranno pagare l’imposta.
Il vento della protesta è arrivato anche nell’Empolese-Valdelsa: oggi, 10 febbraio, una delegazione di circa 20 persone rappresentanti più di 2000 imprese del territorio hanno chiesto un incontro con l’Unione di Comuni per far sentire la propria voce. Un vero e proprio “grido di dolore” come lo definisce uno dei presenti.
Nella sala consiliare del Comune di Empoli erano presenti i rappresentanti del Coordinamento AGRINSIEME, composto da Cia, ConfCooperative, Lega delle Cooperative, A.G.C. e Unione Agricoltori. Al loro fianco i rappresentanti dell’Unione dei Comuni nelle vesti di Giulio Mangani, sindaco di Montespertoli, Giuseppe Torchia, sindaco di Vinci e Alessandro Giunti, sindaco di Capraia e Limite.
Il Comune 'esattore' al fianco degli agricoltori. Le Amministrazioni sono state messe con le spalle al muro e fanno fronte comune con gli agricoltori. Il provvedimento è entrato in vigore il 29 novembre, un giorno prima della chiusura del bilancio e le Amministrazioni non hanno potuto che prendere atto della legge.
A fronte di una riduzione del fondo di solidarietà per circa 1,3 milioni di euro nell’Empolese-Valdelsa, il Governo ha deciso di ‘delegare’ ai governi locali il reintegro del getto sottratto: “Noi abbiamo subito questa scelta come un’imposizione. – spiega Mangani – I Comuni sono costretti a fare gli esattori”.
Le amministrazioni, quindi, si trovano nella condizione di dover applicare un’imposta che ‘compensa’ il taglio di gettito imposto dal Governo: una scelta obbligata anche a fronte dell’ulteriore taglio previsto dalla Legge di Stabilità di circa 4 milioni.
Ciliegina sulla torta la notizia che l’Imu agricola, secondo quanto emerso nel corso della conferenza stampa, non coprirà il taglio di 1,3 milioni: insomma il deficit di bilancio è quasi una certezza.
“Non possiamo che applicare la norma – spiega Mangani -, ma sappiamo che questi tagli ricadranno sui servizi e sulla qualità della vita”.
Un duro colpo all'garicoltura locale. I conti in tasca devono pur tornare, ma dall’altra parte c’è il buonsenso: considerare i territori dell’Empolese-Valdelsa alla stregua di quelli della Pianura Padana è oggettivamente assurdo. Come è possibile, ad esempio, classificare il Montalbano come territorio non-montano? Nomen omen verrebbe da dire.
“Le colture dell’empolese-valdelsa – spiega Mangani – non sono estensive e industriali. Ci sono difficoltà strutturali a cui devono far conto gli agricoltori che riguardano la conformazione stessa del territorio”.
“Ci costringono – spiega Roberto Comparino dell’Unione Agricoltori – a lasciare ex lege i nostri terreni. Questo è un provvedimento che spara nel mucchio, a casaccio, senza tener conto dei costi”
L’agricoltura è il settore che ha retto meglio alla crisi, l’unico che mantiene livelli di occupazione costanti. A fronte di ciò gli agricoltori restano sbalorditi di fronte alla decisione del Governo. A dar particolarmente fastidio è la scelta di tassare un ‘mezzo’, la terra, e non un reddito. La tassa infatti colpisce il terreno e “non tiene conto del suo reale valore commerciale”, come spiega un rappresentante della CIA.
A margine di tutto questo anche la rivendicazione del valore ambientale del lavoro agricolo: “È grazie a noi –spiegano in coro i rappresentanti presenti – che questo territorio non viene lasciato all’incuria e resta bello e produttivo”.
L’abbandono al territorio, insomma, significa anche un danno ambientale, oltre che economico: a essere a rischio è il delicato equilibrio idrogeologico dell’Empolese-Valdelsa.
Così mentre sulle tv nazionali si tesse le lodi dell'agrigoltura italiana sotto il marchio di Expo 2015, il Governo non sa far altro che recuperare i tagli fatti ai Comuni sferrando un duro colpo al settore,
L'Annus horribilis dell'agricoltura. Il pagamento dell'Imu agricola mette a rischio molte aziende che non saranno in grado di far fronte alla nuova tassa, anche perché il 2014 è stato l’annus horribilis dell’agricoltura, anche nell’Empolese-Valdelsa.
Oltre alla generale situazione di crisi economica, il territorio ha fatto fronte ad altre difficoltà specifiche. La mosca ha letteralmente azzerato la resa dell’olivo che è scesa, per fare un esmpio di un’azienda locale, da 80mila tonnellate e poco più di 7mila (Secondo le stime in Toscana la produzione è crollata di circa il 40%).
I mali non vengono mai da soli, e a questo si è aggiunto il 'downburst' dello scorso 19 settembre (e i successivi ‘mancati’ aiuti del Governo). Insomma il settore è in ginocchio e questo provvedimento potrebbe dare il colpo finale, alla nuca, alle spalle.
La mobilitazione delle associazioni e la promessa di Delrio. All’orizzonte c’è la triste certezza che almeno per il 2014 le cose resteranno così, ma le Amministrazioni sono fiduciose in una modifica per il 2015, così come richiesto dalle associazioni. Da questo punto di vista i tavoli nazionali sono stati attivati, e gli agricoltori locali attendono risposte dal Governo. Nel pomeriggio la delegazione incontrerà il Prefetto di Firenze per esprimere le proprie preoccupazioni.
Intanto continua la protesta e alcuni hanno già deciso che non pagheranno l'Imu: “Io – spiega uno dei presenti – attendo che Equitalia venga a chiedermi i soldi o a togliermi la proprietà. Poi lavoreranno loro la terra?”
Le Amministrazioni, invece, sperano nell’apertura del Ministro DelRio che ha annunciato una riforma fiscale che permetta ai Comuni virtuosi di avere più risorse da utilizzare e reinvestire, quindi, anche nel settore agricolo. “Qui nell’Empolese-Valdelsa - spiega Mangani - siamo tutti comuni virtuosi e paghiamo per altri. Speriamo che Del Rio mantenga le promesse fatte”.
Giovanni Mennillo