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La sensualità discreta di Vittoria la gatta

La gatta sul tetto che scotta

Abbastanza fedele alla drammaturgia originale che valse a Tennessee Williams il suo secondo Premio Pulitzer nel ‘55,  La gatta sul tetto che scotta è approdato il 13 gennaio al teatro Excelsior di Empoli registrando il tutto esaurito. In uno dei ruoli più intensi mai scritti nel ‘900, ha esordito con la sua prima esperienza teatrale un nome di spicco del cinema italiano, Vittoria Puccini. Accanto alla bellissima attrice fiorentina, sulla cresta dell’onda da anni in produzioni molto popolari che le hanno regalato numerosi successi, un altro giovane talentuoso,Vinicio Marchioni, anche lui famoso sia sul grande che sul piccolo schermo e, coincidenza,   reduce in teatro proprio dal successo di Un tram che si chiama desiderio, altro dramma di Williams e vincitore del Pulitzer nel 1948.

I due giovani attori impersonano Brick e Maggie, una coppia in crisi matrimoniale. Ospiti della famiglia del marito in occasione del compleanno del patriarca, i due si muovono unicamente tra le quattro mura di una camera da letto aperta su un giardino esterno. Brick, un ex sportivo infortunato ad una caviglia, è in preda a una imperante depressione che lo porta a bere e a rifiutare la bellissima moglie che invece cerca costantemente di sedurlo per ristabilire con lui un’intimità persa da tempo, o che forse addirittura non c’è  mai stata. La donna, di un’estrazione sociale più bassa, è innamorata del marito ma anche e soprattutto dello stile di vita che il matrimonio le ha donato.

Urla, litigi, gestualità ammiccanti, celano una storia che tra detti e non detti fa intuire l’omosessualità latente del protagonista e del suo migliore amico morto suicida. Tematica molto delicata per l’epoca in cui quest’opera è stata scritta,  è  costellata di piccoli e grandi ipocrisie messe in scena magistralmente attraverso la rappresentazione di vizzi e virtù di una famiglia tutt’altro che esemplare. Per finire, il finale dolce amaro che potrebbe sembrare a uno spettatore superficiale “lieto” segna invece  l’ulteriore  nota stonata. L’appena abbozzato riavvicinamento di Brick e Maggie infatti ce li fa vedere ancora chiusi nella loro bolla di frustrazioni e bugie.

Il cast - La gatta sul tetto che scotta

Uno spettacolo decisamente da vedere, con un cast d’eccellenza. In scena infatti la Compagnia Gli ipocriti formata da Paolo Musio, Franca Penone, Salvatore Caruso, Clio Cipolletta di Dario Gessati e Francesco Petruzzelli. Sobrie ma d’effetto sia le scenografie che  i costumi in stile anni ’50.

Per quasi due ore di spettacolo in atto unico, ma comunque ben calibrato e non pesante, una Puccini ancora acerba nella sua prima prova teatrale ha dato prova di grande impegno. Eterea e delicata, l’attrice ha pagato lo scotto di non incarnare quello che un tempo è stato al cinema il ruolo della conturbante Elizabeth Taylor. Un sensualità diversa da quella che nell’immaginario comune è assegnata alla passionale e carnale Maggie la gatta. Fine nelle movenze e con voce flebile, però, la Puccini ne ha dato una versione tutta sua, spiazzante, diversa ma pur sempre credibile.

 

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