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Barnini a 360 gradi: "Città Metropolitana e Unione, ecco come coesistere ed essere opportunità". Riattivata la Società della Salute

Brenda Barnini (foto gonews.it)

Città metropolitana di Firenze e Unione dei Comuni Empolese Valdelsa possono coesistere e avere un grosso peso, ma entrambi gli strumenti necessitano di chiarezza se si vogliono sfruttare la meglio. Questo e altro è emerso in un incontro 'a tema libero' che il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha concesso ai giornalisti stamani, martedì 23 dicembre, nel suo studio.

C'è chi di fronte a una conferenza stampa fiume si può limitare a semplici spot nello spiegare tale incontro. La nostra scelta è quella di elencare i temi che sono stati trattati nella sua interezza, così che ognuno si possa fare la propria opinione. Si è parlato anche di questioni legate al suo ruolo di presidente dell'Unione dei Comuni e di vicesindaco della Città Metropolitana di Firenze.

Come definirebbe i primi sei mesi di mandato?

"Positivi, ascoltando un po' l'opinione pubblica è stato avvertito il cambio di tendenza. Fa piacere sentirsi parte di un Comune che punta a ripartire. Sono stati sei mesi densi di incontri con i cittadini, in particolar modo con chi ha problemi socioeconomici. Il nostro scopo è quello di dare un'iniezione di fiducia".

La Città Metropolitana e le sue prossime sfide.

"È una grande opportunità per tutto l'Empolese Valdelsa. Siamo in una fase di costruzione e assestamento ma non ci sono ancora le funzioni. Gli obiettivi da porsi nel 2015 saranno quelli di trasformare il territorio di una ex provincia in una vera e propria città che va da Marradi a Montaione. Tre le azioni: per primo mancano le infrastrutture e il trasporto pubblico locale per rendere territori scollegati tra loro una città; bisogna rafforzare la nostra vocazione produttiva, poiché nelle Città Metropolitane c'è il 60% del Pil italiano le considero locomotive per la ripartenza; infine dobbiamo rendere la vocazione internazionale di Firenze un elemento caratterizzante di tutto il territorio.

Come Empolese Valdelsa in questo contesto possiamo rappresentare un vasto distretto di manifattura e del 'buon vivere' che fa da naturale evoluzione alla cultura rinascimentale di Firenze. Il Circondario con i suoi undici Comuni rappresenta un bel laboratorio di crescita per la Città Metropolitana".

L'indipendenza cercata nel passato oggi mantiene i tratti di forza anche nel nuovo statuto della Città Metropolitana, grazie al quale l'Unione dei Comuni ha la possibilità di poter portare a casa una serie di servizi da gestire in proprio".

Quale futuro per l'Unione dei Comuni.

"Vogliamo che cresca e si rafforzi nell'ambito della Città Metropolitana. Purtroppo l'ente ha subìto una sorte particolare, nascendo sul finire di una legislatura con dieci sindaci a scadenza di mandato. Ci è stato consegnata una Unione un po' 'informe'. Le resistenze poi non sono mancate (esempio la polemica della polizia municipale, ndr) e con i sindaci alla scadenza sono state ancora più forti.

L'inizio della nuova legislatura è servito per mettere in condizione i sindaci di lavorare insieme. Passati i primi sei mesi ritengo che questa fase sia da ritenersi conclusa, da gennaio l'impegno dei primi cittadini sarà quello di dare una struttura unica all'Unione dei Comuni.

Bisogna prendere poi il discorso dell'aggregazione dei Comuni. Si parlava di fondere Gambassi Terme con Montaione, ma se si ragionasse di un'aggregazione tra Empoli, Vinci e Capraia e Limite non la vedrei male: meno piccoli siamo e meno paura abbiamo. Più di metà del territorio vinciano gravità su Empoli.

Un Comune unico dell'Empolese Valdelsa non ritengo invece sia economicamente efficiente. L'associazione tra Comuni ha invece un valore che va oltre l'organizzazione dei servizi, quello di essere strumento di rappresentanza di un territorio. Guardate la Piana, solo adesso a iniziato a lavorare come un'unica area territoriale. Visto che loro ci invidiano i nostri strumenti di aggregazione, sarebbe impensabile rinunciarci".

Quindi Unione e Città Metropolitana possono coesistere con ruoli diversi.

"L'Unione sia il punto di massimo contatto tra le famiglie e le imprese, deve saper fare il livello di Governo subito sopra i Comuni. La Città Metropolitana è il banco su cui si possono misurare le opportunità di sviluppo e intercettare le reti globali, dalle quali ormai non possiamo più prescindere.

In questo contesto ritengo Dario Nardella il miglior sindaco che potesse capitare per il battesimo di questa realtà. È consapevole che da qui possono arrivare opportunità anche per Firenze, in parte già indicate nel nuovo statuto. Se diventare un ente di secondo livello? Tra 4-5 anni faremo le nostre considerazioni politiche sulla riforma Delrio".

Novità sul Giudice di Pace a Empoli?

"No, non ne abbiamo. Chiederemo al Governo la riapertura dei termini, ma siamo lì che seguiamo la questione. Non è stato fatto un ragionamento di area. Sull'edificio dell'ex tribunale è in sospeso il suo futuro. Prima di ipotecarlo vorremmo capire se potrà ospitare il giudice di pace, dipende dagli sviluppi. Altrimenti potrebbe essere messo a disposizione per le scuole superiori, in carenza di spazi".

Sulle scuole?

Come Unione siamo pronti nel redigere un piano scolastico di aree. La Regione doveva esprimersi sulle deleghe delle ex Province entro il 31 dicembre... Ora speriamo che lo faccia almeno nei primi giorni di gennaio. L'edilizia scolastica è bene resti una peculiarità della Città Metropolitana o dell'Unione dei Comuni, tramite la quale le politiche di scala sarebbero possibili".

Unione dei Comuni come è attualmente, che fare?

"Bisogna capire, come dicevo, a chi passeranno le competenze delle ex Province. Noi siamo gli unici comuni in rete capaci di mettere insieme anche delle funzioni provinciali. Nell'Unione di sono decine di persone trasferite dai municipi oltre a settanta dipendenti di Palazzo Medici Riccardi. Anche sugli spazi (i locali di piazza della Vittoria sono in affitto ed era stato emesso lo sfratto, ndr) dovremo ragionare solo quando le cose saranno chiare. Per ora abbiamo una proroga dell'affitto degli uffici".

Come vi state comportando con la Società della Salute?

"Abbiamo deciso di ridarle vita. Alla luce della trasformazione della sanità toscana in tre Asl e altrettante aziende universitarie, perdere anche l'unico strumento di governo e di gestione dei servizi sociosanitari tra Comune e Asl sarebbe stato pericoloso. Ieri mattina, lunedì 22 dicembre, l'assemblea ha revocato la vecchia delibera di sospensione e rimesso in piedi la Sds. L'Unione si esprimerà con una propria delibera il 29 dicembre, poi entro il 31 marzo dovremo riorganizzare i servizi auspicando che la Regione possa aver concluso il proprio percorso legislativo".

Il 2015 sarà l'anno dei lavori della biblioteca 'Fucini'?

"Sì, li faremo nel corso dell'anno ma prudenzialmente abbiamo fissato il termine nel 2016. Ormai sono quasi quattro anni che la situazione versa così. Stiamo intervenendo su un edificio molto vecchio, che necessita di lavori importanti. Intanto una buona notizia: per tutto il 2015 l'apertura fino alle 21 è confermata. Il disagio più grosso non è rappresentato dagli spazi, ma dall'accesso al fondo dei testi antichi e ad alcuni libri. Intanto studenti ci hanno sollecitato a mantenere l'ingresso dal lato di via de' Neri visto che il Chiostro viene utilizzato come punto di studio e aggregazione".

Quale futuro per le nanotecnologie?

"Il consorzio Grint ha lavorato in questo ultimo anno e mezzo per allargare la rete dei centri universitari, ma necessita di un intervento strategico con una sinergia tra trovare con i poli di Navacchio e Pontedera".

Ripeterà l'esperienza degli incontri con le frazioni?

"Sì, sono andati molto bene, almeno 50 persone a sera in ogni luogo. Li riproporremo in maniera così strutturata ogni anno nell'avvicinarsi all'approvazione del bilancio di previsione".

Il progetto museale agli ex Bagni Pubblici resta ancora in piedi?

"la Fondazione Carismi erogherà altri fondi per concludere l'opera di piazza XXIV Luglio. Abbiamo immaginato che nel 2015 si possa arrivare a un allestimento che non sia prettamente museale, ma anche adatto ad attività di laboratorio archeologico".

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