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Profughi a San Vito, il comitato di Camaioni: "Vogliamo capire cosa succede nella nostra frazione". La visita di Pavese e Donzelli

La delegazione di montelupini con Federico Pavese e Giovanni Donzelli (foto gonews.it)

La vicenda della casa di San Vito a Montelupo che ospita ventuno profughi continua a far discutere.

Questo pomeriggio, lunedì 1 dicembre, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, insieme a Federico Pavese consigliere del gruppo ‘Montelupo nel cuore’ e a una delegazione di cittadini di Camaioni hanno fatto visita alla casa che ospita i ventuno richiedenti asilo provenienti dal Gambia, dal Senegal, dal Pakistan, dal Mali e dalla Nigeria.

I cittadini, auto-organizzatisi in un comitato spontaneo, avevano infatti varie questioni da porre all’attenzione dei volontari, legati alla Misericordia di Empoli, che si occupa della gestione della casa (di proprietà di un privato) e dei ragazzi.

“Vorremmo essere resi partecipi – ha detto la referente del comitato, Tiziana Bitossi – di quello che succede nella nostra frazione. Invece di questa situazione nessuno ci ha mai informato”.

Quello che lamentano alcuni residenti sono, infatti, gli schiamazzi notturni e vari comportamenti che i profughi terrebbero: “La mattina c’è un via vai di donne – racconta un’altra residente – anche se non dovrebbero starci. Li troviamo poi spesso in paese a comprare gratta e vinci, mi chiedo con quali soldi li comprino”.

“Due volte –prosegue il racconto – mi hanno anche seguito mentre stavo portando a spasso il mio cane. Ho dovuto chiamare un’amica per farmi venire a prendere”.

David Santetti della Misericordia e Fabrizio Sestini, il coordinatore, hanno spiegato alla delegazione di cittadini e di politici alcune delle situazioni legate alla vita dei profughi che oggi abitano la casa di San Vito: “Abbiamo preso nota di queste difficoltà- ha detto Santetti- e saremo disponibili a collaborare con i cittadini, ai quali forniremo i nostri contatti per poter essere sempre reperibili. Bisogna però porsi tutti in una condizione di maggiore tolleranza e ascolto. Questi ragazzi sono scappati dai loro paesi e hanno dovuto subire molti soprusi. Molti di loro hanno cicatrici sulle gambe che si sono procurati nelle carceri nelle quali sono stati molti mesi prima di poter salire sui famosi barconi per arrivare fino qua”.

“Credo che la cosa più sensata – ha detto il consigliere regionale Donzelli – sarebbe aiutarli a casa loro, anche perché in questo modo si aiuta i più forti, quelli che ce l’hanno fatta a fuggire e ci dimentichiamo di tutti gli altri. Non possiamo poi continuare a sponsorizzare queste situazioni e a tralasciare i nostri cittadini bisognosi”.

Donzelli, durante il dialogo con i volontari, ha poi sottolineato più volte la questione economica: “Dietro questi aiuti si crea un business, non credo nel solo buon cuore del proprietario di questa casa. Per ogni profugo, infatti, riceve circa dieci euro al giorno, raggiungendo quasi 7mila euro di affitto in un mese”.

“Noi siamo pronti a lavorare e a renderci utili per la comunità di Montelupo” ha detto uno degli ospiti, proveniente dal Gambia, poliziotto nel proprio paese. “A questo proposito – conclude Pavese – presenteremo una mozione in consiglio comunale”.

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