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Dal Perù in Toscana per raccontare il Manthoc: il movimento dei bambini contro lo sfruttamento  

La delegazione del Manthoc con i volontari Arci

La delegazione del Manthoc con i volontari Arci

Si chiamano Christian, Luiz e Gialissa, hanno tra i 13 e i 15 anni, vengono dal Perù e hanno già molte cose da insegnare.

I ragazzi fanno parte dell’associazione del Manthoc, un movimento di auto-organizzazione di bambini e adolescenti lavoratori.

“Il Manthoc nacque – mi ha spiegato Christian – nel 1976, come risposta alla crisi politica che si stava vivendo nel nostro paese. I ragazzi con i loro genitori decisero quindi di organizzarsi e nacque il movimento, che oggi conta 2 milioni e 300mila aderenti”.

Obiettivo: promuovere i diritti dei bambini e degli adolescenti per sottrarli dalle maglie sempre molto strette dello sfruttamento minorile.

Christian, Luiz e Gialissa, infatti, lavorano ma hanno anche la possibilità di portare avanti i propri studi.

Christian frequenta la scuola secondaria e fa le pulizie in un ostello legato al Manthoc, Gialissa studia e fa la decoratrice di piatti in un ristorante, mentre, Luiz, il più piccolo, vende succhi di frutta.

“Io invece vendo caramelle – dice orgoglioso Christian”. “E io succo di canna – interviene Gialissa”.

Tutti e tre, sono quindi venditori ambulanti, ma non sfruttati dalle molte persone senza scrupolo che ancora oggi schiavizzano i bambini in Perù, costringendoli a vendere o a pulire scarpe per le strade per poi ‘gestire i loro incassi’.

La delegazione del Manthoc con i volontari Arci

Il Manthoc è un movimento di ispirazione cristiana ma, Christian, ci tiene a specificare il loro multiculturalismo. “Il Perù è un paese pieno di differenti culture e religioni e così il Manthoc. Tra noi però non c’è nessun tipo di discriminazione. Nel movimento sono tutti ben accetti”.

L’organizzazione del movimento è democratica: i ragazzi si autogestiscono ed eleggono i loro rappresentanti e responsabili, mentre ‘i grandi’, ovvero gli ex –bambini lavoratori, hanno un ruolo di supporto, legale e non solo.

Ma come si fa a diventare parte del Manthoc?

“Tutti noi – prosegue Christian – siamo entrati nel movimento all’età di 8 anni, ognuno nella propria città. Io mi organizzai con alcuni miei compagni e i nostri genitori”.

Le attività si svolgono nelle Case del Manthoc, dove i bambini e i ragazzi possono studiare, formarsi e incontrarsi. Tutte le settimane i ragazzi del Movimento si ritrovano in queste strutture, una settimana per svolgere la riunione, l’altra per partecipare ai laboratori sui diritti.

Chiristian, Luiz e Gialissa fanno parte della delegazione che da qualche settimana sta portando la loro storia e quella del movimento in giro per la Toscana. Il Manthoc collabora, infatti, dal  2001 con l’Arci, che ha ospitato i ragazzi peruviani, arrivati con i loro racconti in case del popolo e scuole.

“Noi tutti crediamo che costruire una società più giusta, solidale e umana sia possibile”. Con questa bella convinzione si conclude il nostro incontro.

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