Il 15 novembre scorso, Vincenzo Salemme ha aperto con il suo Sogni e Bisogni la stagione teatrale 2014-2015 del Teatro Politeama Pratese. Con quasi quarant’anni di carriera all’attivo, l’artista partenopeo dallo stile inconfondibile, ha riscosso il tutto esaurito con la commedia da lui scritta nel 1995 ispirandosi al romanzo di Moravia “Io e Lui”.
L'autore ha così dato vita ad un intreccio narrativo comico i cui protagonisti sono Rocco Pellecchia, un uomo sulla cinquantina frustrato e annichilito dal senso del dovere, e la personificazione del suo pene. Sì, perché motore della storia è proprio il bisogno di novità e di adrenalina trasmigrato dallo stanco e rassegnato protagonista al suo alterego che, per protesta, si è scisso da lui vivendo di vita propria.
L'aprirsi del sipario rivela una mastodontica scenografia. Una palazzina rossa e verde dal realismo impressionante svetta sul palco. Quasi immediatamente il caseggiato si spalanca lasciandoci entrare in un appartamento curato nei minimi dettagli. E al suo interno facciamo la conoscenza del malinconico Rocco, che, in una calda giornata d’agosto, invece di essere in vacanza a divertirsi con la famiglia, è intento a gestire i conti di casa.
Al telefono si susseguono le prime veloci battute che sfruttano l’escamotage dell’equivoco, uno dei fondamenti principali della commedia comica. E il pubblico scoppia in fragorose risate, che del resto andranno avanti per tutto lo spettacolo.
Un novello pulcinella dalla maschera rossa, che altri non interpreta se non appunto la perduta virilità del protagonista, arriva ballonzolando per scuotere Rocco dalla sua condizione passiva.
Causa l’assuefazione alla monotonia del quotidiano, l’alterego del protagonista, ironicamente chiamato ‘tronchetto della felicità’, si è infatti scisso da lui coinvolgendolo in un duello paradossale in cui, in una sorta di doppio monolo interrotto solo da sporadiche battute degli altri personaggi, vengono finalmente fuori frustrazioni, rimpianti e considerazioni semiserie sulla vita.
Convincenti le due buffe, e al quanto improbabili, portiere del condominio e i loro tempi comici perfetti; un po' meno invece i due svampiti poliziotti chiamati a risolvere il caso della strana dipartita del tronchetto latitante.
Sfidato ad esprimere tre desideri per dimostrare di non aver perso la propria propensione a sognare, Rocco, che banalmente aveva chiesto solo una birra, un caffè e un panino, viene spinto, tra le altre cose, a osare un incontro con il suo sogno erotico di sempre: la prosperosa signora Maria, vicina di casa conturbante alla quale non ha mai avuto il coraggio di proporsi. In napoletano stretto, la statuaria Maria, vestita di latex e munita di tacchi vertiginosi e frustino di ordinanza, si presenta a Rocco come un miraggio che ben presto svanirà deluso dalla scarsa prodezza dell’uomo.
Temi leggeri e ilari, hanno donato al pubblico un'ora e mezza di grosse risate in una dimensione onirica in cui il protagonista mette in scena i suoi bisogni più profondi. I desideri di Rocco, infatti, rivelano la sua sete di libertà da responsabilità che gli stanno ormai strette. La vicenda diventa man mano sempre più chiara e, dietro la pazzia improvvisa di Rocco, alla fine scopriamo nascondersi lo shock per l’infedeltà della giovane moglie con il fratello Gennaro.
Forte della sua lunga esperienza di autore teatrale, Salemme plasma questa bizzarra narrazione con comica maestria arrivando così ad un inaspettato epilogo che porterà al fine chiarezza in tutta la paradossale vicenda.
La commedia, composta da un atto unico, ha visto sul palco oltre a Vincenzo Salemme anche Nicola Acunzo, Domenico Aria, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero e Biancamaria Lelli.
Giusi Alessandra Vaccaro