Con il senese Luigi Lungarella si entra nella city di Londra e si apre una categoria mai aperta prima, quella degli italiani all’estero che non tornano in Italia anche se ne avrebbero la possibilità.
LA SCHEDA
Nome: Luigi Lungarella
Anni: 38
Cresciuto a: Siena
Studi: diploma Liceo Scientifico (1995), laurea “BA (Hons)” in Economia presso la University of Sussex (1999), membro della Association of Tax Technicians (2000), Institute of Indirect Taxation (2007), Federation of Tax Advisers (2012) e Chartered Tax Adviser (2012).
Residenza e professione: vive a Londra dal 1999, e lavoro presso la PKF come Indirect Tax Senior Manager.
Prima esperienza all’estero:alla University of Sussex di Brighton, nel 1996, dopo un anno di corso di Laurea in Economia Politica a Siena.
Lavoro in Italia: Non ho mai dovuto lavorare in Italia – solo qualche passatempo retribuito.
La frase: A parità di posizione, un impiegato a tempo indeterminato nel Regno Unito è maggiormente incentivato
L'INTERVISTA
Come ha deciso di andare a vivere all'estero?
È stata una scelta ponderata. Ero alla ricerca di un’istruzione migliore, volevo acquisire abilità diverse, crescere come persona, formare interessi e carriera. Avevo già avuto l’occasione di conoscere Brighton, una città affascinante, giovane e dinamica. Non è stata la prima ricevuta da atenei britannici, ma quando ho ricevuto l’offerta per proseguire gli studi alla University of Sussex ho avuto una sensazione straordinaria e non ho esitato un attimo ad accettare.
Quando accettò quell’offerta aveva già deciso anche di iniziare una carriera professionale all’estero oppure la decisione maturò durante l’università?
Avevo deciso che sarei rimasto all’estero per almeno sette anni. All’epoca il servizio militare di leva in Italia era obbligatorio. Molti divennero obiettori di coscienza per evitare la coscrizione obbligatoria; ma trovavo anche questa un'imposizione contro la libertà personale che sottraeva tempo alla vita civile, una forma di sessismo che doveva essere elusa. Per evitare il servizio obbligatorio sapevo che entro il conseguimento della laurea dovevo avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato all’estero e che sarei dovuto rimanere all’estero fino al 27mo anno d’eta’.
Nella sua esperienza, quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
Non ho mai avuto l’opportunità di lavorare in Italia, ma lavoro spesso con clienti italiani e colleghi in altri uffici PKF in Italia. È difficile paragonare il mondo del lavoro italiano e britannico, anche a causa della segmentazione territoriale all’interno di ognuno dei due sistemi. In ogni caso, il modello britannico viene apprezzato per la grande mobilità e per una regolamentazione leggera nei rapporti di lavoro. A parità di posizione, un impiegato a tempo indeterminato nel Regno Unito è quindi maggiormente incentivato.
Cosa le manca dell'Italia?
Torno a Siena molto spesso e quindi non mi faccio mancare nulla di fondamentale. Tra i luoghi comuni da sfatare assolutamente è che a Londra si mangi male. Londra è una metropoli dall’anima multietnica, e questo si rispecchia anche nei sapori che offre. Non c’è settimana che passa senza un vietnamita a Shoreditch, un turco a Dalston od un punjabi a Whitechapel.
Tornerebbe a lavorare in Italia e perché?
Ho ricevuto offerte da svariate aziende italiane. Ma il mio mestiere di consulente fiscale in materia di imposte indirette, ad un certo livello, in Italia si puo’ svolgere solo a Milano; una citta’ che non mi affascina. E poi a Londra sto benissimo, abito in un quartiere vivace e giovane, ho due figli meravigliosi ed ottime prospettive di carriera.
Dia un voto alla sua vita adesso e uno a quella in Italia prima di partire, da 0 a 10.
10 ad entrambi. Ho avuto la fortuna di vivere fino ai 20 anni in una città meravigliosa, a misura d’uomo, con un’alta qualità media della vita. Una città dove la qualità di rapporti che prosperano fra persone di diverse età e diversi strati sociali è di altissimo livello. Come la maggior parte dei senesi, ho goduto di un infanzia ed adolescenza privilegiata, libera e brada, in una città culturalmente e socialmente ricchissima.
Londra mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente, vivere in un contesto multiculturale con una vita notturna vibrante e variopinta. Una città dinamica, che non vuole vivere di rendita e che guarda al futuro con fiducia.
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