"Il furto della scritta “Arbeit Match Frei” (Il lavoro rende liberi) dalla cancellata di ingresso del campo di concentramento e sterminio di Dachau è un gesto molto preoccupante e che deve indurre tutti alla massima attenzione e sorveglianza.
Dachau è stato il primo campo di concentramento aperto in Germania. Fu aperto il 22 marzo del 1933, nemmeno 2 mesi dopo l'ascesa al potere di Adolf Hitler, rendendo chiare da subito quali fossero le intenzioni del Nazismo.
Il campo si trasformò nel tempo da struttura di detenzione in campo di sterminio. E di lì passarono anche molti italiani.
La rimozione della scritta è quindi uno sfregio simbolico estremamente grave e doloroso. Perché vorrebbe cancellare la vergogna di uno dei punti più bassi toccati dall'umanità.
Quella scritta, capovolgendo totalmente il senso della parola “lavoro” è un monito che deve rimanere a memoria di ciò che è accaduto e che, come diceva Primo Levi, può sempre accadere.
Questo gesto assume un significato ancora più sinistro considerando che nel 2014 ricorre il centenario della Prima Guerra Mondiale, il sanguinoso conflitto che aprì la strada, con il suo carico di orrori all'avvento dei fascismi e preparò le basi per l'ancora più disastroso secondo conflitto mondiale.
Per quanto quindi possa sembrare un dettaglio minore, una scritta su un cancello, essa riassume in sé tutto l'orrore di un secolo e la sua rimozione è un pericolosissimo simbolo che non può essere sminuito. Perché dietro quel cancello e dietro quella scritta morirono migliaia di innocenti in carne ed ossa.
Quel lavoro, così deformato dal regime nazista, è invece, nel suo vero e profondo significato, alla base della Costituzione Italiana".