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Il montelupino Benedetti dopo aver sfiorato la Formula 1 torna alle gare internazionali: "L'Italia non è più un paese per piloti"

Yary Benetti (da facebook)

Yary Benedetti (da facebook)

Quando aveva appena 13 anni era già campione italiano di Kart, e dietro di sé aveva piloti del calibro di Robert Kubica, Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Che Yari Benedetti, montelupino di Sammontana, fosse un enfant prodige, insomma, era abbastanza chiaro.
Una vita trascorsa prevalentemente a bordo di una vettura, fin dai primi anni di vita quando alla bicicletta Yari preferiva il kart, e alle partite di calcio al parco, l'odore dell'asfalto. Il padre gli trasmise la passione per i motori fin dai primi anni di vita e a soli 10 anni, Yari era già in pista per le prime gare.
Una carriera dalle grandi aspettative e ricca di titoli che si è però scontrata con il mondo dell’automobilismo dove “non conta il talento, ma soprattutto la valigia”, come spiega lo stesso Benedetti.
Così, dopo essersi conquistato nel 2001 il palcoscenico della Formula 1 con un contratto come terzo pilota per la Minardi e l’esperienza della Formula 3, Benedetti ha dovuto abbandonare le competizioni, ma non la pista.
È stato ingaggiato nel 2012 da Guidare Pilotare come pilota e istruttore di guida sicura sportiva o agonistica, con sede a Misano. Un lavoro che rappresenta un ottimo traguardo professionale, ma si sa, il brivido della competizione è un'altra cosa.
Il 2015 è però l'anno in cui Benedetti tornerà a giocarsi un titolo: è stato infatti scelto tra i piloti che saliranno a bordo di un prototipo nel nuovo monomarca Renault R.s.01, un gioiellino da oltre 500 cavalli, 3800cc di cilindrata, biturbo, che rappresenta un’eccellenza.
A dimostrare l’importanza della competizione e della vettura Renault, il campionato sarà composto di 8 tappe di cui due faranno da ‘contorno’ alla Formula 1 nelle prestigiose piste di Le Mans e Montecarlo.
“È una cosa inusuale che un monomarca faccia da sfondo alla Formula 1. Non è da tutti”. Spiega lo stesso Benedetti.
Un’occasione che può rilanciare il pilota montelupino: “Il mio obiettivo è quello di riaffermarmi al vertice. Ci tengo a ringraziare il mio manager attuale Heribert Stohr per questa occasione, ma anche Luca Drudi, tra i primi ad aver creduto in me".
E sul ‘sogno’ Formula 1: “Ho l’età per poter gareggiare, ma è molto difficile – spiega – perché serve un portafoglio di almeno 15 milioni di euro. L’automobilismo costa, non scelgono più solo quelli bravi, ma soprattutto chi può garantire un budget adeguato”.
Insomma sembrano finiti i tempi  dove a contare era solo il talento. Al suo posto ci sono i soldi e in Italia la situazione è sempre più difficile: “Ad andare in Formula 1 ormai sono piloti che hanno le possibilità economiche adeguate. In Italia la crisi economica sta di fatto escludendo i piloti italiani dalle competizioni che contano. Non è che non ci siano più connazionali in grado di arrivare ai vertici, è che non ne hanno la possibilità”.
E i pochi soldi che si investono nello sport vanno altrove: “In Italia si investe solo nel calcio” conclude.
Il calendario è ancora in via di definizione, ma Benedetti dovrebbe fare il suo ritorno in pista il 26 aprile ad Alcaniz, in Spagna. Intanto il prossimo 13 novembre al circuito San Martino Del Lago a Cremona, Yari potrà avere un privo 'contatto' con la macchina per trovare subito il giusto feelings.
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