Carlo Pizzichini eletto accademico della classe di pittura

L'Allegoria della Pazienza di Giorgio Vasari

Carlo Pizzichini è stato eletto “Accademico corrispondente della  classe di Pittura”  all’Accademia delle arti del disegno di Firenze. Il prestigioso istituto, che ha finalità di ricerca nell’ambito artistico, è la più vecchia accademia del mondo (1563) e ha sede a Firenze nel Palazzo dell’Arte dei Beccai. In tutta la sua storia l’Accademia ha avuto più di 6500 affiliati, tra cui Michelangelo, Cellini, Vasari, Tiziano, Tintoretto, Palladio. Accademici senesi Illustri della classe di pittura: sono i Mussini, Francesco Nenci, Cesare Maccari, Amos Cassioli, Dario Neri, Mino Maccari.

La nomina, avvenuta nei giorni scorsi in concomitanza con l’apertura dell’Anno accademico, è un riconoscimento per il lavoro di ricerca e sperimentazione artistica svolto da Pizzichini durante gli anni della sua attività. L’Accademia delle arti del disegno ha avuto origine dalla Compagnia di San Luca formata, nel 1339, tra gli artisti fiorentini per “sovvenire così nelle cose dell’anima, come del corpo, a chi, secondo i tempi, n’avesse bisogno”.

Una compagnia o fraternita che vide iscritti tra gli altri Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti quando ancora, secondo gli statuti medievali, i pittori venivano immatricolati all’Arte dei medici e degli speziali perché assimilati agli speziali per la macinatura e la preparazione dei colori, mentre gli scultori e gli architetti figuravano tra i membri dell’Arte dei maestri di pietra e del legno.

“Cascata la Compagnia del tutto et quasi finita”, si deve a Giorgio Vasari l’idea di formare una nuova accademia e compagnia emancipata dallo spirito artigianale e garante del valore intellettuale dell’attività artistica. Da compito biografo Vasari era ben consapevole di quanto si fosse evoluto nel tempo lo stato sociale dell’artista. Per lui riconoscere e far riconoscere l’eccellenza degli artisti significò non soltanto sottolineare la nobiltà del loro impegno e la dignità con cui dovevano essere onorati nella società, ovvero occupare una posizione elevata nella scala sociale, ma anche assicurare la trasmissione di questa eccellenza con un adeguato insegnamento.

Per realizzare il suo progetto, nel maggio 1562, Vasari coinvolse il frate servita Zaccaria Faldolfi, il Bronzino, Francesco da Sangallo, Bartolomeo Ammannati, Vincenzo de’ Rossi, Michele di Ridolfo del Ghirlandaio. Ne parlò poi col duca Cosimo I e, “pregatolo a volere così favorire lo studio di queste nobili arti, come aveva fatto quello delle lettere, avendo riaperto lo Studio di Pisa, creato un collegio di scolari, e dato principio all’Accademia Fiorentina, lo trovò tanto disposto ad aiutare e favorire questa impresa, quanto più non arebbe saputo desiderare

Poco dopo, il 25 luglio 1562, avvenne l’inumazione dei resti del Pontormo nella nuova cappella funeraria voluta da fra Giovann’Agnolo Montorsoli alla santissima Annunziata “per tutti gl’uomini dell’arte del disegno, pittori, scultori e architettori che non avessono proprio luogo dove essere sotterrati”. Venne quindi formulato il testo dei nuovi capitoli dell’Accademia e compagnia dell’arte del disegno, una nuova arte distinta dall’esercizio del disegno, il quale altro non era “che una apparente espressione o dichiarazione del concetto che si ha nell’animo, e di quello che altri si è nella mente immaginato e fabbricato nell’idea”. Il testo dei capitoli venne rivisto da don Vincenzo Borghini, il futuro luogotenente della nuova istituzione, e approvato dalla corte medicea il 13 gennaio 1563.

Fonte: Ufficio Stampa

Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro
torna a inizio pagina