Cosa succede quando una cantautrice senza band decide finalmente di incidere i suoi pezzi? Nel caso dei Sara and the Stars questo è stato il motore che più o meno un anno fa ha fatto incontrare i quattro componenti del gruppo.
Il progetto della cantante, nonché violinista, Sara Bini, ha subito convinto tutti.
Così Massimo Giannini, batterista, Massimo Pistolesi, bassista e Maurizio Firenze, chitarrista, conquistati dall'idea di mettere su un gruppo che non suonasse esclusivamente cover, si sono buttati a capofitto nel progetto arrangiando ben tredici canzoni originali scritte nell'arco di un ventennio.
I pezzi dal sapore intimistico, quasi tutti rigorosamente scritti in lingua inglese, raccolgono riflessioni soprattutto sul tema dell’amicizia e dei sentimenti. La cantautrice, introspettiva e per niente superficiale, mette su carta quelle che sono le sue emozioni più profonde.
Al repertorio rock/blues, sono state aggiunte anche alcune cover riarrangiate in chiave molto alternativa. Tra di esse c’è, come mi fa notare Sara, ‘She Sells Sanctuary’ dei Cult con un intro psichedelica-orientaleggiante che la rende quasi irriconoscibile e ‘Smell Like Teen Spirit’, dei Nirvana, totalmente stravolta a livello ritmico. Sara mi racconta quanto sia importante per lei il rapporto e l'empatia che si viene a creare con il pubblico sotto al palco e lo scambio energetico che ne deriva. Perché è diverso suonare per qualcuno o suonare solo per se stessi.
Intanto in sala di registrazioni si stanno concludendo le ultime prove prima della prossima esibizione. I Sara and the Stars, infatti, andranno in scena proprio domani sul palco della seconda edizione di Musica Bastarda, rassegna musicale a sostegno dell’associazione ARCA che si occupa del canile di Empoli. Davanti allo storico Bar Viti, dalle 19,30 in poi, si alterneranno un nutrito gruppo di band per mettere in scena la solidarietà