
Daniele Bernardini, sindaco di Bibbiena, si candida alla presidenza della Provincia in rappresentanza delle liste civiche di tutto il territorio, con l’obiettivo di dare una svolta sostanziale alla politica provinciale in un’ottica del recupero del valore di servizio e di rappresentanza della politica. Le liste civiche che, in questi anni, sono stati soggetti promotori di un vero e proprio rinnovamento della politica ma anche della società civile, si organizzano attraverso la figura di Bernardini, a livello provinciale in vista delle elezioni del presidente lanciando una sfida concreta per il prossimo futuro.
Accanto alla mancata soppressione delle province e alla loro trasformazione in enti non eleggibili democraticamente, si cela il rischio che la stessa diventi un ambito di spartizione partitica, più che un’avanguardia dei comuni e di rappresentanza dei territori. Rischio enorme, soprattutto per una realtà ampia e diversificata come quella provinciale, in cui a valere devono essere i comuni e, così come indicato dall’articolo 118 della Costituzione, sono gli stessi ad essere titolari della competenza delle varie funzioni amministrative.
La moltiplicazione di strutture sovra ordinate, ha complicato notevolmente il rapporto con i cittadini. La soppressione delle province è coerente con l’esigenza di semplificazione e snellimento del sistema istituzionale. Ma le province rimangono ed è con queste che le liste civiche dovranno comunque fare i conti. L’obiettivo è dunque quello di riuscire a definire un sistema più compiuto e razionale. In questa ottica, per le liste civiche, la provincia non può che essere sussidiaria ai comuni e di servizio agli stessi.
Per Bernardini, si dovrà dunque rivalutare i servizi utili ed eliminare quelli che sono solo sovrapposizioni ai servizi già esistenti e svolti dai comuni.
Nelle nuove province, dunque, sarà indispensabile che il personale politico si limiti alla definizione di programmi, degli obiettivi, delle priorità intervenendo nella fase gestionale solo per verifica e controllo, lasciando alle strutture organizzative l’esecuzione.
Il Consiglio dovrà essere un organo di coordinamento e non una nuova giunta e basarsi su un coinvolgimento continuo dei comuni. Per le Liste civiche della provincia occorre in sostanza avere il coraggio di andare verso un cambiamento di rotta verso la semplificazione e l’efficienza. Gli adempimenti dei cittadini, innanzi tutto, dovranno essere ridotti al minimo, avendo presente che la sostituzione delle vecchie autorizzazioni con le dichiarazioni asseverate dai tecnici, hanno costituito una falsa semplificazione.
Per le attività di programmazione la provincia perde il ruolo di ente sovraordinato rispetto ai comuni e diventa un momento di incontro confronto e – nell’ottica delle liste civiche - di intesa tra gli stessi.
Per la viabilità i “civici” intendono dare particolare spazio e peso alla manutenzione e ripristino della cosiddetta viabilità minore. Per la grande viabilità, invece, si intende andare verso soluzioni più ragionevoli ed equilibrate che contrastino nella sostanza con gli interventi di questi anni dettati da emergenze “partitiche” più che da esigenze territoriali.
Per l’edilizia scolastica si auspica un confronto zona per zona con le strutture scolastiche ed i diretti interessati, dando priorità alla sicurezza.
Per lo smaltimento dei rifiuti le liste civiche credono che ogni provincia debba trovare soluzioni interne di smaltimento senza ricorrere all’esportazione in altre zone. Accanto alla promozione della raccolta differenziata a costi tuttavia sostenibili, si apre alla termovalorizzazione ovviamente controllata, visto che nel territorio esistono già strutture che utilizzano rifiuti provenienti anche da altre realtà.
Nel settore della promozione economica Bernardini con le liste civiche, intendono contrastare la contribuzione a pioggia a favore di un disegno organico e razionale che aiuti laddove ci sono progettualità importanti.
Il cento per l’impiego parimenti dovrà diventare un punto di incontro tra domanda ed offerta senza continuare ad essere percepito come un passaggio obbligato per poter fruire di ammortizzatori e per le imprese un impegno burocratico spesso incomprensibile.
Fonte: Ufficio Stampa
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