“Abbiamo dato il massimo”. Sono queste le parole con cui il sindaco Simona Rossetti fa un bilancio delle cose fatte fino ad ora dopo il 'downburst' che ha colpito Cerreto Guidi lo scorso 19 settembre.
Nel corso di una conferenza in Comune a cui erano presenti i tecnici di Arpat Maria Letizia Viti, Silvia Bucci e Laura Balocchi e quelli dell'Asl 11 Gabriele Mazzoni ed Enza Enrico, si è fatto un report sulla situazione.
L'amianto è sicuramente il tema più caldo. I cittadini sono preoccupati per la propria salute, ma Arpat e Asl 11 assicurano che “non ci sono rischi”: a dirlo sono i dati (ecco il dettaglio) che dimostrano come i livelli di amianto nell'aria siano bassi e non ci siano pericoli per la popolazione.
I numeri, infatti, sarebbero inferiori al limite indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Un dato che deve tener conto anche del tempestivo intervento di Asl e Arpat che, lavorando in perfetta sinergia, hanno tentato di ridurre al minimo il pericolo di esposizione rimuovendo immediatamente il materiale o bagnando le strade in modo che le fibre rimanessero a terra per poi spazzarle e raccoglierle.
Dalle rilevazioni risulta che la più alta concentrazione di fibre di amianto, sempre in misura minore rispetto al limite, si sarebbe registrata a Stabbia. Questo dato, però, deve tener conto del grande movimento di mezzi che hanno interessato l'area e soprattutto della contemporaneità degli interventi di rimozione di cemento-amianto che sono stati eseguiti. Il dato infatti è calato il giorno successivo dello 0,2%.
In totale sarebbero 110 tonnellate di materiale contenente amianto (circa il 20% di ogni lastra) che è stato smaltito.
I campionamenti saranno eseguiti nuovamente la settimana prossima, ma sembra certo che i rischi siano davvero pochi: “I dati – spiega Mazzoni – ci confermano che la situazione è stata tenuta sotto controllo e non ci sono criticità. Dobbiamo anche considerare che la probabilità di ammalarsi per colpa dell'amianto esiste solo in relazione ad un'esposizione prolungata: nel nostro caso i pericoli sono davvero limitati”.
“Il punto di forza è stata la tempestività. Fin dai primi giorni – continua – siamo stati sul posto e grazie alla perfetta sinergia di tutti i soggetti coinvolti siamo riusciti a contenere al minimo la diffusione di materiale”.
I tecnici hanno controllato tutto il territorio e un drone nei giorni scorsi ha scattato foto aeree dell'area per individuare eventuali coperture in amianto.
“Il territorio è stato battuto a tappeto – spiega Laura Balocchi – e abbiamo perimetrato l'area per cercare ogni eventuale frammento anche nelle zone verdi”.
Ma i dati presentati dall'Arpat mostrano un paradosso che apre margini di discussione. Il campione 'bianco', cioè quello preso come riferimento in un luogo non interessato dall'evento atmosferico, è risultato molto più alto. Stiamo parlando della zona industriale Le Botteghe di Fucecchio dove si è registrato lo 0,9% di fibre amianto su litro d'aria (il limite è di 1%). Insomma la situazione di emergenza ha 'scoperchiato' un problema di fondo sulla gestione di questo materiale pericoloso che ha però costi di smaltimento molto alti.
In effetti Cerreto Guidi può diventare un ulteriore esempio di un problema molto più ampio che interessa ormai da decenni l'intera legislazione italiana. Non esiste, infatti, una normativa chiara. Da questo punto di vista Comune, Asl e Arpat intendono mandare un messaggio.
“Vogliamo spingere verso una normativa – spiega il sindaco Rossetti – che sia più incisiva. Abbiamo inviato il rapporto di quello che è accaduto qui al sottosegretario all'Ambiente e spero sia un modo per avviare una decisa azione per lo smaltimento dell'amianto. Noi qui lo abbiamo fatto”.
Poi un appello: “L'emergenza è stata affrontata con dinamismo – spiega Mazzoni – ma spero che da oggi i cittadini capiscano che è importante dare il proprio contributo, segnalare la presenza di amianto e smaltirlo”.

Intanto il Comune si fa un po' di conti in tasca. La situazione di emergenza ha avuto ovviamente dei costi, ad esempio la sola questione amianto è costata circa 150mila euro. Tutte le spese, però, sono state fatte attraverso variazioni di bilancio. il Comune non ha attivato ulteriori debiti utilizzando l'avanzo di parte corrente e il 20% degli oneri di urbanizzazione, ma adesso “bisogna ripartire” come spiega il sindaco Rossetti:
“Siamo riusciti a non usare un soldo in più. Le spese sono rendicontate alla Regione, ma adesso abbiamo bisogno che rientri qualche fondo dalla Regione e dal Governo per andare avanti con il nostro programma e ritornare alla normalità”.
Intanto presso il Comune e le postazioni di Stabbia e Lazzeretto sono presenti i moduli per la richiesta di risarcimento dei danni dalla Regione. Sono anche attivi gli uffici comunali per l'assistenza nella compilazione.
Aperte le scuole, ma resta chiusa l'elementare di Cerreto Guidi. Il Comune si è attivato per eseguire gli interventi prioritari e riaprire al più presto la scuola. Sono stati anche richiesti pareri tecnici sulle condizioni della struttura.
Il sindaco però è categorico: “Se la scuola non è sicura al 100% si trovano soluzioni alternative”.
Attualmente, infatti, i bambini stanno svolgendo le lezioni presso le scuole medie, posticipando l'orario alle 13.30. Questo comporta una riduzione di ore per i bambini delle medie. Il Comune ha aperto anche la mattina il Ciaf in modo da aiutare le famiglie.
Il sindaco ritorna anche sulla questione del fascicolo aperto dalla procura di Firenze sul crollo avvenuto nella scuola elementare di Lazzeretto: “Io non sono a conoscenza di nessun fascicolo. Non aspetto la procura per fare le verifiche alle nostre scuole, questo era una priorità del nostro programma. Se ci saranno conseguenze me ne assumerò la responsabilità per questi tre mesi di mandato, ma chi di dovere si assumerà le colpe per ciò che è stato fatto prima”
L'agricoltura. Dopo il sopralluogo dell'assessore regionale Salvadori alle colture locali colpite dal maltempo è stato deciso, d'accordo con l'amministrazione, di sentire il parere tecnico di alcuni ricercatori dell'Università di Firenze e di istituti di ricerca specializzati per riattivare al meglio la produzione.
Il danno è enorme, si parla di circa 45 milioni e 150mila ettari colpiti. L'assessore regionale ha dato la propria disponibilità a contattare per conto della Regione i tecnici specializzati nel recupero di piante danneggiate e invitarli ad un sopralluogo dell'area.
Giovanni Mennillo