Giovedì 25 Settembre, alle 21, si è tenuta nella Compagnia della Ss.Trinità di Limite sull’Arno la presentazione del libro “Limite sull’Arno e le sue chiese”, di Lidia Tognetti Mati. Tanta la gente presente, che si è affrettata a trovare un posto in cui sedere all’interno dello straordinario scenario di uno dei luoghi più caratteristici della comunità limitese. Volti noti, di paese, ma anche persone che a Limite sono venute ad abitare di recente.
Alla presenza del sindaco Alessandro Giunti, che è intervenuto per spiegare la volontà sua e della sua giunta di procedere negli anni con una seria valorizzazione dei beni storico-artistici presenti a Capraia e Limite, di Alessandro Alderighi, attuale presidente della Pro Loco ed ex sindaco del paese, e di Edoardo Antonini, storico e giornalista, è trascorsa in un batter d’occhio una serata piacevole che ha tenuto incollati fino all’ultimo i presenti. Dopo una breve introduzione di Antonini, che ha sottolineato il valore dell’opera di Lidia, non in quanto testo storicamente scientifico, quanto racconto di avvenimenti passati cruciali del paese in cui si inseriscono a pieno titolo memorie personali di momenti intensamente vissuti, è iniziata la spiegazione delle tre parti in cui è diviso il libro. Lidia Tognetti, oltre ad aver insegnato alla scuola elementare per oltre 35 anni, è stata membro attivo del Consiglio Pastorale della Parrocchia di S. Maria Assunta durante gli anni, ricchi di fermento, del Concilio Vaticano II e della ricostruzione delle chiese danneggiate dall’alluvione del 4 novembre 1966. Suo padre, il Cavalier Corrado Tognetti, è stato d’altronde il Presidente della Misericordia di Limite dal 1947 al 1977, nonché segretario della Dc locale. E’ stata ella stessa, a tal proposito, a sottolineare la sua intimità con quei luoghi sacri, nei quali ha sempre dichiarato di aver speso con consapevolezza gli anni migliori della giovinezza, impegnando il tempo libero nelle attività con i parroci che ha conosciuto da vicino, da don Orazio Valiani, titolare della Pieve di Limite dal 1940 al 1952, fino a don Valter Pastacaldi, che ha amministrato i Sacramenti ai limitesi per 49 anni, dal 1963 al 2012. Nel mezzo, un ricordo affettuoso di don Mauro Gatti, che dal 1952 al 1963 accompagnò il suo percorso di maturazione assieme a quello di tanti giovani prediletti dal prete che, nel secondo anno del Concilio indetto da Papa Giovanni XXIII, fu chiamato dal vescovo di Pistoia a ricoprire un importante incarico pastorale nella sede diocesana.
Nella prima parte dell’opera, dedicata alla Pieve, l’ex maestra elementare ha iniziato l’intervento elencando le chiese esistenti nel popolo di Limite intorno al XIII-XIV secolo, da S. Pietro a Castra a S. Jacopo a Pulignano, passando per l’Oratorio di S. Lorenzo, Conio e la cappella di Bibbiani, in cui ha riposato a lungo il corpicino di Santa Grania, bambina di 6 anni uccisa durante le persecuzioni anticristiane sotto Diocleziano e successivamente tumulata nelle catacombe di S. Agnese a Roma. Riesumata il 12 Settembre del 1646 per volontà di Papa Innocenzo X, fu consegnata a monsignor Aldobrandini, prelato fiorentino che l’aveva richiesta per il capraino Don Eufoni, parroco di Sollicciano. Dopo aver parlato anche dei possedimenti della Pieve in età medievale ricavabili dai resoconti delle visite pastorali, tra cui si ricorda quella di Andrea Franchi nel ‘300, l’attenzione si è concentrata sull’ammodernamento della Pieve, a fine ‘500, quando il Granduca di Toscana Ferdinando I de’Medici assunse quale segretario particolare Pietro Usimbardi, a cui fu affidata l’amministrazione della chiesa limitese.
Importante, in tale frangente, l’intervento di Antonini, che ha raccontato le vicende della famiglia Medici ed ha introdotto Scipione de’Ricci, il Sinodo dei Vescovi del settembre 1786 e le sue tendenze gianseniste in accordo con il granduca Pietro Leopoldo di Lorena. A fine ‘700, infatti, la Pieve fu staccata dall’ospedale degli Innocenti di Firenze, da cui dipendeva dai tempi di Usimbardi, e fu ricostruita (inaugurata nel 1800) dietro progetto dell’architetto Fallani e con una spesa di 1500 scudi per accogliere i fedeli “sfrattati” dalla cancellazione di S. Biagio alla Castellina.
Andando avanti nella serata, Lidia ha avuto la possibilità di spiegare da vicino, con il supporto delle immagini da poter osservare ad occhio nudo, le bellezze della Compagnia, che presenta sull’altare l’eccelsa “Santissima Trinità con donatore” di Giovan Battista Naldini, allievo del Pontormo tra il 1549 ed il 1557 e collaboratore di Giorgio Vasari per lo Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio a Firenze, ed opere di Giuseppe Gricci, dalla Resurrezione, al Concerto degli Angeli sul soffitto ed alla Natività e Pietà sulle pareti.
Quando si è giunti a parlare di S. Lorenzo, nella terza parte del libro, non poteva mancare riferimento diretto alla Canottieri Limite, orgoglio da sempre della comunità limitese. Spiegando la tradizione della Madonna del Buon Consiglio, di cui ogni tre anni si rievoca l’arrivo a Limite via Arno del 1769, si è passati a raccontare la nascita della società, nel 1861, per interessamento di don Alessandro Picchiotti, rampollo della famiglia leader nella cantieristica navale del tempo. In tale circostanza, ha preso la parola anche Mario Pucci, storico segretario della Canottieri dal 1967.
In chiusura, dopo la richiesta di Lidia al sindaco sulla valorizzazione delle chiese limitesi da inserire, magari, in un circuito museale integrato dell’area, e la conferma di Giunti di voler impegnarsi anche per questo nel suo mandato, l’Amministrazione Comunale ha offerto un mazzo di fiori all’autrice del libro, che ha riscosso fin da subito un buon successo tra la gente.
Fonte: Comune di Capraia e Limite