È morto a 80 anni il padre del Piano regolatore di Prato Bernardo Secchi.Al professor Secchi si deve la creazione di concetti rivoluzionari come la mixitè, la mescolanza tra edifici industriali e residenziali, la definizione della zona del Macrolotto Zero, esempio lampante di mixitè, e soprattutto lo sdoganamento, almeno con 15 anni d'anticipo, del concetto pioneristico di biodiversità.
L'urbanista fu l'ultima volta a Prato durante un convegno in cui descrisse come 'affascinante' la Chinatown, accogliendo su di se le critiche del centrodestra.
Il cordoglio dell'Amministrazione
Il sindaco Matteo Biffoni, a nome suo personale e di tutta la città ha inviato un telegramma alla famiglia del professor Bernardo Secchi, scomparso nei giorni scorsi e "padre" del Piano regolatore della città di Prato.
Anche l'assessore all'Urbanistica Valerio Barberis ha voluto ricordare la figura del professor Secchi: "Ricordo il periodo in cui Secchi fu a Prato come uno dei più splendenti e interessanti per chi come me, all'epoca studente, si interessava di architettura. Negli anni in cui nasceva il Piano regolatore di Prato in città fecero tappa architetti fra i più importanti al mondo che insieme ai pratesi aprirono momenti di ascolto e conoscenza reciproca, attraverso incontri e conferenze, circa le potenzialità della loro città. Durante quegli anni, in cui fu realizzata una grande campagna d'ascolto, si formarono diverse professionalità, non solo architetti (molti dei tecnici e dei dirigenti che poi hanno lavorato e lavorano tutt'ora nella Pubblica Amministrazione della piana hanno avuto esperienze in quel momento) ma anche fotografi e associazioni culturali.
Il Laboratorio Prato Prg rappresenta una fotografia perfetta di quella che era Prato al momento della sua realizzazione e saremo sempre grati al professor Secchi per il lavoro che ci ha lasciato".
In apertura del Consiglio Comunale, in programma giovedì 18 settembre, saranno ricordati Carlo Ponzecchi e Bernardo Secchi.
Il saluto di Filippo De Rienzo, responsabile urbanistica segreteria Pd
“Dopo aver insegnato nelle università di Venezia, Milano, Zurigo, Ginevra e Parigi, il professor Bernardo Secchi ci lasciò in dono l'idea di una città nuova e basata sulla mescolanza di edifici industriali e residenziali, che rimandava a una strategia progettuale tipica della fase di passaggio da un modello industriale “puro” a uno basato sulla maggiore integrazione con il settore terziario. Capì tra i primi che era giunto il momento di abbandonare il modello di crescita urbana regolata sul concetto di zonizzazione e che era il momento di applicare il concetto di rete per creare legami nuovi e trasversali nella crescita della città, creando un insieme di attività produttive, residenziali, commerciali, infrastrutturali e per il tempo libero in una mescolanza continua. Questa nuova impostazione portò Secchi a diventare un profondo conoscitore di Prato, lui che di Prato non era, attraverso il contatto diretto con la quotidianità della vita urbana, con i cittadini e i loro bisogni e desideri. Più di un pratese ricorderà che quel PRG causò più di un "mal di pancia" per il suo impatto anche sul tessuto economico della città, costringendo molti ad abbandonare l'intenzione di diventare immobiliaristi o, in alcuni casi, "palazzinari". Un PRG a tratti "visionario", tanto era lontano dalla quotidianità di quegli anni e che oggi molti credono limitato alla sola zona del macrolotto 0, in cui la politica delegò ai nuovi pratesi di ridisegnare completamente, e spesso senza controllo, un quartiere intero a tratti abbandonato da chi c'era prima. Errore quindi politico, non tecnico. Forse l'unica pecca del suo lavoro fù il non aver capito quali dimensioni avrebbe assunto la presenza cinese, o meglio non averlo capito prima degli altri. La lezione di Secchi può dunque rappresentare un monito per il futuro su come l’ingegno e la creatività di un uomo possano essere compromessi da decisioni – non soltanto politiche - non
altrettanto virtuose e lungimiranti. Con la consapevolezza di dover far tesoro di questo insegnamento, salutiamo con affetto un grande urbanista e, soprattutto, un grandissimo uomo”.
Il ricordo di Fabrizio Mattei, consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Prato
«Bernardo Secchi era molto di più di un grande architetto e urbanista. Era un uomo di grande cultura, un intellettuale stimato e conosciuto in mezza Europa. Il suo lavoro in città come Parigi, Bruxelles, Milano e Mosca gli valsero importanti riconoscimenti, lauree ad honorem e onorificenze come la Légion d'honneur della Repubblica francese. Per me, quando lo chiamai a Prato per affidargli l’incarico di progettare il nuovo piano urbanistico della città, significò conoscere un uomo competente, dalle idee innovative, che in quegli anni facevano discutere e fanno discutere ancora oggi. Secchi era anche un precursore, perché aveva il pallino della partecipazione, del coinvolgimento dei cittadini sulle grandi scelte. Memorabile fu il lavoro che lui condusse con i laboratori sul piano strutturale. Bernardo Secchi, infine, diventò anche un amico, del sottoscritto e di Prato, città alla quale era ancora molto legato. Anche per questo, mi unisco al dolore di familiari ed amici, di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne le doti professionali ed umane».