Una bella festa oggi pomeriggio, domenica 14 settembre, a Capraia e Limite. Trecento persone invitate alla Sala Prestige della Pubblica Assistenza di via Negro a Limite sull'Arno. Con una particolarità: si celebravano le nozze di Andrea a Mauro, che lo scorso 26 agosto, a New York, si sono detti sì con rito civile. Ora è arrivato il momento di festeggiare insieme questo lieto momento assieme ai tanti familiari e amici. E, involontariamente, dare anche uno 'scossone' su un tema, quello dei diritti di genere, ancora molto discusso.
La loro storia parte da lontano: Andrea Bartolini, 41 anni, limitese doc, da 18 lavora all'ufficio acquisti di un'azienda del posto dell'indotto navale. Suo marito, Mauro Pagnini, 38 anni, pratese di origine ma 'girovago', è il direttore di un'attività di acconciature a Cascina. Da tre anni vivono insieme. “Ci siamo conosciuti dodici anni fa al Mama Mia di Torre del Lago – raccontano a gonews.it – Mauro lavorava come barman, Andrea era un frequentatore del locale. C'è stata una storia ma le nostre strade si sono divise”. “Io – spiega Mauro – sono andato in Thailandia e ho aperto una attività, ci siamo sentiti per anni. Poi ci siamo ritrovati su facebook, Andrea è tornato quattro volte a Bangkok”. “Alla fine – continua Andrea – me lo sono 'ripreso' e siamo tornati a Limite insieme”.
La svolta nell'estate: prima la decisione di farsi un viaggio negli Stati Uniti d'America, poi ad Andrea si accende una lampadina: “A New York ci potremmo sposare, perché non lo facciamo?”, ha detto a Mauro che, al volo, ha detto di sì. Da qui le pratiche per convolare a nozze: il 10 agosto, giorno del patrono di Limite (San Lorenzo), la domanda telematica è partita per gli States. Il 17 i due futuri sposi sono volati in America e hanno di fatto 'anticipato' il viaggio di nozze: “Abbiamo attraversato il Nordest degli USA in auto con tanto di promessa di matrimonio alle cascate del Niagara. Poi siamo stati a NY per effettuare il 25 agosto le pratiche e, il giorno successivo, sposarsi all'ufficio Clerck”. Entrambi, tra l'altro, vestiti uguali. Mauro ha preso ufficialmente anche il cognome del marito come recita l'atto di nozze.
Qui il primo rammarico: “È stato brutto arrivare al giorno più bello della nostra vita lontano da casa, da soli, senza i nostri genitori, i fratelli, gli amici. Le nostre madri hanno assistito ai matrimoni dei nostri fratelli, con noi, anche volendo, non sarebbe stato loro possibile. Abbiamo dovuto usufruire di un testimone del posto per convalidare le nostre nozze. Ecco perché avevamo voglia di festeggiare qui a casa”.
Per Andrea e Mauro, i quali orgogliosamente non hanno mai fatto mistero della loro relazione sentimentale, un'emozione è stata il rientro in Italia, il 1° settembre quando il vicinato, nella zona di Limite definita del Mulino, ha addobbato la loro casa di palloncini e coccarde. A quel punto la voglia di celebrare il matrimonio anche a casa è stata immediata.
Oggi pomeriggio una grande merenda ha suggellato la loro unione. “Una festa per tutto il paese”, l'hanno definita, con tanto di torta e confetti in stile 'rainbow' e la miniatura dei due sposi maschi.
Finita la festa, inizia per loro una grande sfida: farsi riconoscere il matrimonio in Italia. “Secondo la legge americana – spiegano i due coniugi – le nozze sono valide universalmente e i Paesi devono recepirle. Dove è concesso, come Spagna e Olanda, nessun problema. In Europa esiste una direttiva ai vari Stati che invita il riconoscimento di tutti i matrimoni legalmente contratti all'estero. In Italia sono però i singoli municipi ad adottare le indicazioni europee. Lo hanno fatto, per esempio, Cascina, Napoli e Reggio Emilia. Nella nostra zona questo invece manca”.
Da domani, dunque, quali iniziative intraprenderete? “Insisteremo in Comune a Capraia e Limite affinché il nostro diritto coniugale venga riconosciuto – rispondono – ci presenteremo all'anagrafe e depositeremo il nostro regolare certificato di matrimonio, tradotto anche in italiano. Per lo Stato siamo entrambi celibi, non è giusto. È un diritto negato”.
La chiosa è di Mauro: “Noi due vogliamo soltanto vivere il nostro amore e godere di quel che abbiamo. Le nostre famiglie sono felici, i nostri genitori, pur anziani, ci sono vicini perché vedono che siamo sereni insieme. Non pretendiamo di cambiare il mondo, vorremmo semplicemente far capire che esistono le differenze. Poi ognuno prende la propria strada liberamente”.
Chissà che un giorno un matrimonio come questo non possa far più notizia.
