
Pit da riscrivere. Si apre la prima delle fasi programmate da Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) che porterà, prima del gong finale per presentare le osservazioni previsto per il 29 settembre, alla richiesta di un confronto con il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e con i Presidenti delle commissioni consiliari “toccate” dal Piano Paesaggistico. Già dalle prossime ore, in alcuni comuni toscani, Coldiretti incontrerà i sindaci ed accompagnerà i consiglieri regionali eletti nei luoghi simbolo, nelle realtà e nelle aree economiche che il piano, attraverso i vincoli, vorrebbe ingessare.
L’obiettivo è sensibilizzare i primi cittadini, e i rappresentanti locali in Consiglio regionale, su quali effetti il Pit è destinato a produrre nelle comunità dicompetenza una volta “promosso”. “Il Piano Paesaggistico – annuncia Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – mette la nostra regione dentro unacampana di cristallo inaccettabile che produrrà effetti devastanti sull’economia e sullo stesso equilibrio del territorio. L’azione e la presenza quotidiana dell’agricoltura hanno permesso alla nostra regione di diventare, e di essere oggi, leader mondiale dal punto di vista della qualità agroalimentare, dell’offerta turistica e dell’immagine. Non possiamo condividere il presupposto culturale, né tanto meno la filosofia: per noi quel Piano è da riscrivere. Non è una questione di osservazioni o di correzioni. Rispetto – precisa Marcelli - per le opinioni e per il lavoro degli esperti che hanno redatto il Piano, ma non condividiamo in nessun modo l’impianto culturale. Accettarlo, o semplicemente aggiustarlo, significherebbe negare il principio di libertà d’impresa che il Piano, se approvato, di fatto annullerà”.
Una bocciatura, quella di Coldiretti, senza se e senza ma, per cui non “è sufficiente sistemare una parola o cambiare un aggettivo. Le contraddizioni e gli errori sono molto diffusi ed anche gravi. Il paesaggio toscano è il risultato dell’attività agricola e dell’azione dei nostri padri, nonni, avi ma anche delle leggi, comunitarie, regionali e locali che ci hanno consentito di tutelarlo, e di conseguenza modellarlo. L’obiettivo del Pit non era quello di castrare l’attività agricola e la sua azione sul territorio, ma di tutelare il nostro patrimonio paesaggistico. Il paesaggio non si protegge estremizzando i vincoli, ma trovando un equilibrio; una sintesi”.
Coldiretti fa alcuni esempi: alla coltura del vigneto vengonosempre associati i rischi della banalizzazione del paesaggio, dell’erosione dei terreni e dell’inquinamento delle falde e della perdita degli assetti colturali tradizionali. Per i boschi la gestione a ceduo è considerata sempre un elemento negativo. Il vivaismo è visto come un’attività diversa dall’agricoltura, con un forte impatto negativo sul paesaggio e sull’ambiente: una sorta di paesaggio “artificiale”. Non si tiene conto che tutti i nostri paesaggi agroforestali, salvo limitatissime eccezioni, sono artificiali. Si fa uso di alcuni termini sbagliati, o quantomeno impropri e la grande mole di pagine che compongono il piano è per lo più frutto di “copia - incolla”.
Non solo, il Piano Paesaggistico è in contraddizione con il nuovo Piano di Sviluppo Rurale: “da un lato si mettono vincoli, dall’altro si sostengono gli investimenti. Il piano li renderebbe vani, inutili ed inefficaci. Il rischio, in definitiva, è quello di non poter spendere, e quindi investire, milioni di euro messi a disposizione dal Psr”. Coldiretti sottolinea infine la necessità di recuperare i contenuti della modifica alla Legge Urbanistica, modifica che è il risultato di un lungo confronto fra mondo agricolo, Regione Toscana e sindaci e che aveva recepito le giuste esigenze delle imprese.
Fonte: Coldiretti Toscana
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