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Slow Food scrive ai Comuni dell'Unione e del Montalbano: "I danni per gli ungulati sono ingenti, servono azioni concrete per i produttori"

Molti cittadini che abitano sul Montalbano e che posseggono piccoli appezzamenti di terra, principalmente coltivati ad uliveta, al ritorno dalle ferie hanno trovato orti, carciofaie e comunque terreni stravolti dall'intervento di cinghiali, chiaramente individuabili sia per le modalità di "aratura" del terreno che per la traccia di ungulati. Per chi possiede qualche filare di vite il danno è stato molto più grave data la golosità degli animali con i grappoli quasi maturi.

La presenza di questi animali è oggetto da lungo tempo di dibattito e la sostanza del discorso in loro difesa è che non si possono eliminare o contenere con sistemi forzati in quanto abitanti dell'ambiente naturale. Non crediamo qui opportuno ritornare sul tema già ben conosciuto che non si tratta assolutamente di animali autoctoni bensì di animali estranei al nostro ambiente, introdotti a forza ed in possesso di caratteristiche riproduttive molto "vivaci".

Ritorniamo su questo tema perchè il rispetto della natura è rispetto del ciclo naturale con le sue leggi che comportano anche non superare equilibri costruiti a fatica creando situazioni dannose e creandole ad opera dell'uomo stesso.

Ritorniamo su questo tema perchè il rispetto della natura è rispetto per quelle persone, ormai poche e in sempre maggiore difficoltà, che per lavoro o per amore dell'ambiente splendido in cui viviamo si sforzano di mantenere in ordine ed in equilibrio il territorio. Queste persone garantiscono con il loro impegno personale che il paesaggio toscano mantenga le sue caratteristiche tanto amate e che i tanti gravi danni ambientali di cui siamo testimoni non siano ogni anno maggiori, in un anno, in particolare, in cui l'olivo ad esempio si presenta poco carico e aggredito pesantemente dalla mosca.

Molte di queste persone possono chiedere i rimborsi che una Regione generosa dà loro per i danni subiti, ma ci domandiamo quale sia il senso di mettere a disposizione questi fondi, ben altrimenti utili per il territorio e la sua tutela, creando ad esempio aree confinate e consone alla natura selvatica di questi animali.

Molte di queste persone, soprattutto quelle che posseggono viti, hanno dovuto investire per poter difendere con recinzioni apposite le loro proprietà.

Molti piccoli proprietari, in ragione anche di questo, seguono l'esempio di tanti altri che stanno abbandonando la campagna consentendo al bosco inselvatichito di avanzare sempre di più.

La nostra Condotta si appella agli amministratori ed alle altre Associazioni che hanno a cuore il territorio e la bellezza di questo ambiente frutto del lavoro di secoli perchè vengano prese decisioni concrete che aiutino i piccoli produttori e tutti coloro che vivono sul Montalbano ( ma lo stesso problema è in molti altri territori) a continuare il loro lavoro di conservazione del territorio e di tutela del paesaggio.

Fonte: Condotta Slow Food Empolese Valdelsa

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