Una petizione messa in piedi da un gruppo di associazioni verdi (Wwf Siena, Comitato Difensori della Toscana, associazione Casole Nostra, associazione Italia Nostra Siena, Ecomuseo borgo La Selva e Wwf) che, da mesi, danno battaglia per contrastare il progetto di realizzazione di pozzi esplorativi per verificare la presenza di eventuali serbatoi geotermici nella zona del Masso. Il faldone, virtuale, delle firme, insieme a tutta la documentazione relativa al progetto presentato dalla società Gesto Italia Srl, che ha già mosso domanda di avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale, è già partito con destinazione Firenze.
L’obiettivo dei fronti ambientalisti punta a smuovere le stanze dei bottoni fiorentine, tanto che l’appello condiviso sui mari di internet si rivolge direttamente al governatore Enrico Rossi.
«Se le prove avranno successo, verranno realizzate centrali geotermiche e pozzi di produzione che distruggeranno in maniera irreversibile un’area incontaminata e delicata dal punto di vista ecologico, idrico, ambientale ed economico tuonano i verdi per questo chiediamo alla Regione di revocare l’autorizzazione ad un’attività che darebbe il via alla distruzione di uno degli ultimi fazzoletti di terra rimasti incontaminati sull’intero territorio regionale».
Gli ambientalisti rincarano la dose: «L’area che circonda il Masso delle Fanciulle, nella riserva naturale di Berignone, compresa fra i Comuni di Pomarance, Volterra e Casole, è uno dei luoghi più suggestivi e intatti della Regione.
La riserva è attraversata da una gola rocciosa ricoperta da un’abbondante vegetazione mediterranea, dove scorre il fiume Cecina, in uno scenario naturale unico. Il luogo è presente in molte guide turistiche internazionali, ed è un posto magico, prediletto da visitatori ma anche dalle persone che vivono in Valdicecina ed in Valdelsa.
Oltretutto, la presenza di turisti al Masso delle Fanciulle rappresenta anche un’importante risorsa economica per un’area vastissima. Ed ora questa fetta di terra unica è minacciata dalla costruzione di un impianto industriale per la produzione di energia geotermoelettrica, a pochi metri dal fiume. Chiediamo che l’autorizzazione agli impianti venga negata e che il luogo venga protetto, per preservare una riserva ambientale che è una grande risorsa sostenibile per l’economia locale».