Assistenti sociali, i Cobas: "La situazione non si traduca in logiche securitarie"

Una manifestazione dei Cobas

La situazione denunciata a Pisa merita alcune riflessioni perché l'allarme lanciato dalle assistenti sociali non si traduca in logiche securitarie o chiudendo gli uffici al pubblico il che sminuirebbe lo stesso ruolo delle operatrici

E' bene ricordare che il sistema sociale è al collasso, che la Regione Toscana , in linea con il Governo Renzi, ha operato tagli e riduzioni. il sostanziale blocco delle assunzioni da Brunetta in poi ha ridotto il numero delle assistenti sociali in rapporto alla popolazione e alla crescente richiesta di aiuto proveniente da quanti hanno perso lavoro, casa, reddito, impossibilitati ad andare avanti e per questo disperati.

I fondi destinati all'emergenza sociale sono insufficienti, i\le dipendenti pubblici sono ormai vittime di una campagna denigratoria che li\le ha dipinti\e come fannulloni e alla mancata assunzione di responsabilità della politica (comuni in primis) che scarica i problemi sociali sugli operatori

Gli assistenti e operatori sociali in tutta Italia sono alle prese con un aumento di stress correlato al lavoro (e di cui asl e sindacati si occupano ben poco e quando lo fanno si limitano a ruoli formali e inefficaci, lasciati soli ad affrontare un malessere che ha ragioni economiche e sociali che i governi nazionali e locali dell'austerità hanno solo acuito

Lavorare in sicurezza non si traduca nel trasformare la funzione delle assistenti sociali in un ruolo burocratico o nella foglia di fico dietro a cui si celano le scelti antisociali della politica

Per questo occorrono scelte in materia di casa, istruzione, prevenzione del danno, inserimento sociale e lavorativo che vadano nella direzione opposta a quella praticata negli ultimi anni senza trasformare il sociale in questione di ordine pubblico.

Fonte: Cobas Pisa

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