“Pisa 31 gennaio 2014. Continua il richiamo della moda e dello stile a Pisa. H&M approda infatti in città”. Questo era il primo rigo di un articolo de La Nazione di pochi mesi fa in cui veniva presentato il marchio svedese come un'altra perla della “moda e del glam a buon mercato” da aggiungere alla collezione che il corso principale della città ospita in “veri e propri gioielli di architettura”.
Fino all'inaugurazione di giugno molti parlavano di 50 assunzioni nel negozio di Corso Italia. Pisainformaflash parla del 115° esercizio della multinazionale svedese in Italia mettendo in evidenza le 26 assunzioni: “ “dopo Ikea arriva ancora dalla Svezia un'opportunità di lavoro per i giovani”. Un recente articolo titola “H&M assunti e licenziati: dal paradiso all'inferno in soli due mesi”.
Dall'inaugurazione, il 5 giugno, una inaugurazione in grande stile a cui hanno partecipato le massime cariche dell'amministrazione comunale, ad oggi sono passati meno di due mesi e già tutto quello che sembrava un'opportunità per 26 giovani under 30, quello che per l'amministrazione doveva essere un importante tassello per il rilancio dell'occupazione in città si rivela per quello che è: un bluff.
La multinazionale svedese H&M è ricorsa ad ogni tipo di contratto per assumere i suoi addetti, prevedendo un periodo di prova di due mesi; ed ecco l'epilogo: in questi giorni il negozio di Corso Italia sta licenziando parte del personale senza alcun preavviso, lavoratrici e lavoratori che si recano a lavoro e vengono chiamati negli uffici per avere comunicazione del licenziamento.
Tutto questo avviene perchè oggi, ai tempi della crisi, l'economia deve essere rilanciata, le aziende devono moltiplicare i loro profitti sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori; sono loro infatti i soggetti, l'anello debole, a cui si chiedono sacrifici enormi dallo stile di vita, alle condizioni di lavoro fino al trattamento economico; sono loro ridotti oramai in una condizione di pseudoschiavitù, costretti a stare in un sistema asimmetrico in cui non si ha diritto di replica ma nemmeno di parola.
E' il sistema che negli anni hanno costruito i vari governi da sinistra a destra che si sono succeduti, è il sistema che questo governo trasversale tenta di rinvigorire mortificando le vite dei tanti che ogni giorno costruiscono la ricchezza che altri consumano. E' l'impianto del governo Renzi che riduce la democrazia alla dittatura di una maggioranza che alle elezioni, sempre meno partecipate, prende il 37% dei voti; quella maggioranza che appoggia il decreto legge Poletti e si assume la pesante responsabilità di condannare al precariato vita durante le lavoratrici ed i lavoratori; quella maggioranza che con il jobs act distrugge contratti nazionali, tutele, contratti di solidarietà, cassa integrazione ed indennità di mobilità; quella stessa maggioranza che viene spronata a fare ciò che dichiara di voler fare da una destra liberista ed oligarchica, da un padronato e dai grandi finanzieri e speculatori.
E' il sistema che il governo di questa città accetta e rafforza precarizzando il lavoro e regalando la città a pochi speculatori che si appropriano e gestiscono pezzi di patrimonio pubblico, che si servono di manodopera precaria e sfruttata per costruire le loro ricchezze.
La ricetta del sindaco Filippeschi sembra quella di chi, pur non ottenendo un rilancio dell'occupazione, accetta qualunque ricatto ridisegnando la città sottoponendo i suoi abitanti ad angherie quotidiane; una ricetta che non ha ingredienti buoni per i cittadini sempre più in difficoltà, una zuppa fatta con gli scarti delle multinazionali e dei palazzinari da riservare ai cittadini.
La vertenza dei lavoratori H&M è la vertenza di tutta la città di Pisa, di una città ormai al collasso, è una delle manifestazioni di un sistema che penalizza i lavoratori da quelli di Ikea all'aeroporto, dai lavoratori dei beni culturali sostituiti da volontari meno qualificati, al precariato universitario fino alla manovalanza sottopagata negli studi professionali e nei locali della movida pisana. La lotta dei lavoratori di H&M è la stessa lotta che portano avanti gli inquilini sotto sfratto, quelli che non possono più permettersi le utenze di casa; è la stessa lotta delle studentesse e studenti costretti a pagare tasse ed affitti esorbitanti; è la stessa lotta di chi si batte per la sicurezza nei luoghi di lavoro, che si batte per una giusta retribuzione, che dice: “pari mansione pari salario”; di quelli che non accettano il mobbing, che si battono contro il razzismo e il maschilismo; di quelli che pensano che il lavoro sia un diritto, un modo di partecipare alla vita di una società e non una forma di schiavitù.
La vicenda H&M è un altro tassello che costituisce quel mosaico di soprusi e mortificazioni che donne e uomini, lavoratrici e lavoratori, occupati e disoccupati, abitanti delle periferie sono costretti a vivere tutti i giorni. La risposta che la città di Pisa vuole dare è solidale con le lavoratrici ed i lavoratori H&M che resistono all'attacco alla loro dignità.
Fonte: Confederazione Cobas Pisa