gonews.it

‘Ferie forzate’ e buste paga a zero, i lavoratori dell’appalto dell’azienda di pasticceria D+F in presidio. Fabozzi (Filcams): “Chiediamo un incontro per settembre”

Il presidio dei lavoratori davanti alla D+F di Spicchio

Cambiano gli appalti e diminuiscono le certezze dei lavoratori. L’ultimo caso, emerso tramite le rivendicazioni della Filcam Cgil è quello della società appaltatrice della D+F Gruppo Bindi, azienda di Vinci, produttrice di pasticceria per la prima colazione.

La ditta di via Limitese a Spicchio occupa circa cento lavoratori, di cui trenta in appalto e produce cornetti e brioche per l’Italia e per l’estero.

Oltre all’incertezza e ai cambi di titolari di appalto in questi giorni è arrivata per i lavoratori la classica ‘goccia che ha fatto traboccare il vaso’. Da qualche tempo, infatti, la D+F ha chiuso una linea di produzione, facendo diminuire le ore di lavoro dei dipendenti dell'appalto, che, non coperti da cassa integrazione come gli altri, sono stati costretti a stare a casa a turno, tramite 'ferie forzate'.

“In questo modo – ha spiegato Massimiliano Fabozzi della Filcams Cigil – è diminuito il lavoro e la ditta ha costretto i lavoratori a stare a casa a turno, prendendo ferie. In questo modo ai lavoratori sono arrivate buste paga vuote e anzi, con qualche centinaia di euro da pagare all’azienda”.

Questa mattina, martedì 29 luglio, i lavoratori hanno deciso di manifestare, davanti alla propria azienda il loro dissenso.

“Io – ci ha detto Matteo Cesari della Rsa -  lavoro per la ditta da circa cinque anni ed ho già cambiato 4 o 5 società. Viviamo continuamente nell’incertezza e in più ora siamo costretti a pagare noi l’azienda per poter lavorare”. Da poco più di un mese la nuova cooperativa responsabile dell’appalto è la ‘Logica’, mentre fino ad aprile la titolare era la ‘Old Services’.

La situazione dei lavoratori in appalto è spesso più complicata degli altri lavoratori dipendenti e anche in questo caso le difficoltà sono evidenti. “Non abbiamo nessun tipo di certezza, -ha continuato Cesari - anche perché finora nei vari cambi di proprietà ci hanno sempre riassunto tutti ma se iniziano a diminuire le linee di produzione è probabile che possano mandare a casa qualcuno”.

Altra cosa che preoccupa il sindacato è il piano industriale. “Dopo questo presidio – ha proseguito Fabozzi - chiederemo all’azienda un incontro per settembre, nel quale cercheremo di capire se la ditta sta attraversando un periodo di crisi temporaneo e strutturale e quale posizione vuol tenere nei confronti dei lavoratori dell’appalto”.

L’autunno si preannuncia infatti caldo, sia per questa, che per altre questioni. “Si riapre – ha concluso Fabozzi -  la partita della cassa integrazione in deroga, che a settembre non ci sarà. Dovremo riparlare di molti appalti, come quelli ‘storici’ delle lavoratrici delle scuola, questione non ancora risolta”.

Alice Pistolesi

Exit mobile version