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Incendio alla 'Mazzoni', il M5S chiede rassicurazioni al sindaco e Gabbanini precisa: "Nessuna conseguenza per San Miniato"

Le operazioni di spegnimento dell'incendio alla Mazzoni Ferro (foto gonews.it)

Il caso dell'incendio alla Mazzoni Ferro di Empoli è arrivato anche in consiglio comunale a San Miniato. A portarlo tra i banchi del consesso civico è stato il Movimento 5 stelle che nella seduta del 24 luglio scorso ha rivolto 'una domanda d'attualità' sull'argomento al sindaco Vittorio Gabbanini. Il capogruppo Alessandro Niccoli, in buona sostanza, ha chiesto al primo cittadino rassicurazioni sui possibili effetti nocivi sulla popolazione, le colture e i terreni, della nube tossica scaturita dall'incendio e che, come noto, ha interessato anche il territorio comunale di San Miniato. Il sindaco di San Miniato ha risposto al M5S riepilogando le azioni intraprese per avvertire la popolazione e dichiarando che, dai riscontri effettuati, non sono stati rilevati tassi di inquinamento o intossicazione su colture e terreni ne sono stati segnalati malori nella popolazione. Questo soprattutto, sempre secondo quanto risposto dal sindaco, sulla scorta della relazione dell'Asl 11 che in pratica ha circoscritto l'area interessata dagli effetti dell'incendio ad un raggio di circa 800 metri dalla Mazzoni Ferro. Il primo nucleo abitati dal comune di San Miniato si trova, sempre riferendosi alla risposta del sindaco, a circa 1.500 metri dall'azienda.

Di seguito la il testo della domanda d'attualità del Movimento 5 stelle e in allegato la risposta del sindaco Vittorio Gabbanini. In fondo alla pagina si può visualizzare anche il video con, nell'ordine, la lettura della domanda da parte di Niccoli (m5S) e la successiva risposta del sindaco.

"La notte del 3 Luglio 2014 presso lo stabilimento Mazzoni Ferro nella zona industriale di 

Terrafino è divampato un incendio che ha interessato circa 300 tonnellate fra rifiuti e 

composti, anche pericolosi, quali bombolette spray, solventi, plastica, pitture e vernici di 

scarto, rifiuti ferrosi e non, fanghi derivanti da lavorazioni.

CONSIDERATO

- che i fumi sviluppati si alzavano per alcune decine di metri disperdendosi in base alla 

direzione variabile dei venti nel raggio di alcuni chilometri e che le relative maleodoranze si 

percepivano chiaramente fino al centro storico di San Miniato a distanza di oltre 24 ore 

dall'evento;

PRESO ATTO

- dell'ordinanza del Sindaco Vittorio Gabbanini con cui venivano invitati in via 

precauzionale gli abitanti delle frazioni di La Scala, Isola, Roffia e Ponte a Elsa a rimanere 

dentro le abitazioni con porte e finestre chiuse e di non consumare prodotti freschi degli 

orti;

- del comunicato ARPAT diffuso alle 18,30 del 3 Luglio che circoscriveva l'area di possibile 

ricaduta dei fumi ad un raggio compreso fra i 200 e i 500 m rispetto allo stabilimento 

incendiato, in seguito al quale è stata annullata l'ordinanza di cui sopra.

Al fine di informare e tutelare la popolazione delle località interessate nel Comune di San 

Miniato sulla ricadute delle sostanze sprigionate dall'incendio 

CHIEDIAMO

1) se sia stata effettuata un'analisi dettagliata, qualitativa e quantitativa, delle sostanze 

pericolose per l'uomo e per l'ambiente, liberate a seguito dell'evento;

2) se si ritenga comunque il caso di verificare e monitorare la situazione, ad esempio 

attraverso campionature dei terreni, al fine di valutare eventuali effetti anche a lungo 

termine sui raccolti presenti nelle zone oggetto della prima ordinanza e, se fossero 

necessarie, di intraprendere particolari procedure di profilassi. 

Gruppo Consiliare “Movimento 5 Stelle

Risposta del sindaco Vittorio Gabbanini

 

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