Ancora una volta una delle massime competizioni sportive del volley internazionale diventa “megafono” per sensibilizzare non , ma anche le istituzioni pubbliche e i decisori politici sul problema del diabete giovanile. “Il messaggio che mai ci stanchiamo di lanciare è che con il diabete si può vivere bene, basta conoscerlo e imparare a gestirlo – dice Sonia Toni, Responsabile del Il Centro Regionale di riferimento per la Diabetologia Pediatrica del AOU Meyer - . E lo abbiamo rinnovato anche oggi in occasione della tavola rotonda sugli stili di vita e salute che ha visto il confronto delle istituzioni regionali e nazionali”.
Erano presenti tra gli altri Luigi Marroni, Assessore per il Diritto alla Salute di Regione Toscana ed Eugenio Giani del CONI. Questa mattina infatti l’AOU Meyer è stata sede della conferenza stampa di presentazione dei cinque giorni che racchiudono la fase finale della World League di Volley. E proprio il connubio sport e salute è stato sottolineato dal CT della Nazionale Azzurra Mauro Berruto, da sempre sensibile al tema del diabete giovanile e dell’attività motoria. L’allenatore azzurro è stato poi accompagnato da Tommaso Langiano, Direttore generale a una visita privata dei reparti del Meyer. Durante le gare della World League Final Six di Volley al Mandela Forum sarà a disposizione di tutti il punto glicemia del Meyer, dove le famiglie troveranno gli specialisti della diabetologia fiorentina.
Giocatrici con diabete, presenti oggi al Meyer. Sono le Caramellite, squadra di pallavolo nata dalla grande amicizia sorta tra le ragazze con diabete seguite dal Centro fiorentino, che nel loro debutto hanno battuto la squadra del Gaslini. Le ragazze –giovanissime con diabete di età tra gli 11 e i 15 anni che si sono costituite in squadra di pallavolo dopo la loro consolidata amicizia nata nei campi scuola. Grazie al loro esempio, potranno lanciare un messaggio importante a tutte le coetanee che vivono il diabete con disagio. La loro testimonianza sancisce una volta di più che il diabete, curato per tempo, permette ogni tipo di attività sportiva. Oggi una delegazione era presente all'evento e hanno potuto conoscere il CT Berruto.
L’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze è una tra le più dinamiche realtà pediatriche italiane e internazionali. L’ospedale fiorentino dispone di 226 posti letto multi-specialistici è dotato di tutte le specialità mediche e chirurgiche di area pediatrica. Forte è l’impegno che l’AOU Meyer riversa in ambito scientifico. Questa forte attenzione alla ricerca scientifica integrata nell’attività clinica, ha consentito al Meyer di entrare a far parte della rete mondiale NACHRI (National Association of Children's Hospitals and Related Institutions), oltre ad aver stipulato accordi con i primi due ospedali pediatrici al mondo: The Children’s Hospital of Philadelphia e il Boston Children’s Hospital. Con quest'ultimo l'accordo è stato recentemente rinnovato, visti i risultati positivi che ha prodotto, per un'ulteriore triennio. Inoltre tra le collaborazioni figura anche quella Jackson Memorial Hospital di Miami per la terapia fetale. Infine il Meyer rientra tra i Centri Jeffrey Modell per la ricerca, diagnosi e cura delle immunodeficienze primitive.
Il Centro Regionale di riferimento per la Diabetologia Pediatrica del AOU Meyer effettua diagnosi, trattamento e follow-up dei pazienti affetti da diabete, anche delle forme più rare; effettua inoltre screening e follow up dei soggetti a rischio. Svolge la sua attività in sessioni ambulatoriali, di ricovero diurno e di ricovero ordinario. Suo obiettivo è quello di garantire la diagnosi, la cura e il follow up del diabete mellito e di tutte le forme di iperglicemia in età evolutiva. Da oltre venti anni organizza corsi di educazione terapeutica e campi scuola, trasferendo le competenze multidisciplinari del team al di fuori dell'ospedale e permettendo così ai soggetti con diabete di acquisire, verificare ed approfondire le competenze diabetologiche necessarie alla gestione della terapia nel quotidiano.
In aumento il diabete giovanile. Sul diabete giovanile la disinformazione continua ad essere molta, portando a trascurare i sintomi che caratterizzano l’esordio: il diabete non colpisce solo gli adulti e gli anziani, ma anche i bambini. Il diabete di Tipo 1 è una patologia in progressivo aumento quantificabile in circa il 3,6% casi in più ogni anno e con una progressiva diminuzione dell’età alla diagnosi. In Toscana mediamente si registrano – ogni anno - 90 nuovi casi di diabete tipo 1 in età pediatrica
Cosa c’è da sapere sul diabete:
Diabete mellito tipo 1: ad insorgenza giovanile è la malattia cronica più frequente in età pediatrica, è insulino dipendente, è dovuto alla distruzione delle cellule che producono insulina- Fondamentale diagnosticarla precocemente.
Diabete mellito tipo 2: è molto frequente fra gli adulti e fra le persone obese, l’insulina è prodotta dal pancreas, ma funziona male; si cura con gli antidiabetici orali (le cosiddette “pasticche”). Sta cominciando ad interessare anche l’età pediatrica: attenzione agli stili di vita.
Diabete monogenico: conosciuto anche come MODY= diabete dell’adulto ad insorgenza giovanile; è una forma di diabete ereditario, se ne conoscono oltre 10 tipi diversi
Un’epidemia chiamata diabete tipo 2. Il diabete di Tipo 2, (patologia caratterizzata da un malfunzionamento dell’insulina, si associa all’obesità e al sovrappeso e ha alla base stili di vita scorretti; espone il soggetto alla sindrome metabolica e a precoci complicanze cardiovascolari) sta avendo un’espansione esponenziale in tutto il mondo, tanto che si parla di diabesità. Un termine quest’ultimo che lascia intendere sia l’associazione fra obesità e diabete tipo 2, sia la diffusione mondiale del problema. Per questa patologia molto si può fare con la prevenzione, migliorando gli stili di vita (alimentazione corretta e lotta alla sedentarietà). Si stima che nel mondo siano oltre 250 milioni le persone con diabete di tipo 2 e che per ogni soggetto diagnosticato ce ne siano almeno altri 2 che non sanno di averlo. “Per questi motivi è necessario far luce sul diabete richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica su questa patologia – prosegue Sonia Toni - , per una diagnosi precoce del diabete tipo 1 e per la prevenzione del diabete tipo 2 che deve necessariamente iniziare anche in età pediatrica”.