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Strage di migranti e politiche internazionali: se ne discute in una colazione di lavoro con il movimento Shalom. Ospiti tanti sindaci e gli onorevoli Parrini e Gelli

La colazione di lavoro organizzata da Shalom

La colazione di lavoro organizzata da Shalom

 

Dal 1994 ad oggi sarebbero oltre 7mila i migranti morti nel canale di Sicilia. Una lunga carovana di disperati che bussa alle porte dell'Europa per scappare dalla guerra o dalla fame. Negli ultimi anni il flusso di migranti è notevolmente aumentato in concomitanza con le recenti tensioni geopolitiche nel Nord Africa, soprattutto con la guerra in Libia. Dopo la morte di circa 400 migranti il 13 ottobre 2013, il Governo italiano ha avviato l'operazione 'Mare Nostrum' che ha salvato oltre 20 mila persone. Ma il problema dei migranti rappresenta un problema di multiculturalismo e globalizzazione che investe tutta la comunità europea e il mondo.

Per discutere di tutto questo si è tenuto oggi, lunedì 14 luglio, una colazione di lavoro sul tema 'Pace e sviluppo di popoli unico antidoto alla tragedia dei migranti' organizzato dall'associazione Shalom presso Villa Calappiano a Vinci, sede delle Cantine Sensi.

Un momento di incontro con molti dei sindaci dell'area per parlare di un tema che l'Europa e il mondo industrializzato non può non affrontare e su cui anche le amministrazioni locali possono dare il loro contributo.. Naturalmente erano presenti il fondatore di Shalom Don Andrea Cristiani e il presidente Bellarmino Bellucci. Tanti gli amministratori presenti tra cui il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, il sindaco di Cerreto Guidi Simona Rossetti, il sindaco di Ponsacco Francesca Brogi, il consigliere regionale Eugenio Giani e l'assessore di San Miniato Giacomo Gozzini.

A parlare della sua personale esperienza c'era anche, in veste di attivista di Shalom, l'ammiraglio della Marina Militare Osvaldo Brogi, che ha raccontato nei dettagli cosa è l'operazione 'Mare Nostrum' e quali siano le difficoltà che l'esercito è costretto ad affrontare. Ospiti anche gli onorevoli Dario PArrini, ex sindaco di Vinci, e Federico Gelli.

Tanti i temi che sono stati affrontati, ma un punto sembra essere centrale nell'esperienza di Shalom: la necessità di creare le condizioni perchè nessuno voglia lasciare il proprio paese.

"Le nostre operazioni internazionali - spiega il presidente di Shalom Bellucci - si fondano su tre aspetti: formazione, sanità e lavoro. È grazie a questi tre aspetti che diamo la possibilità alle persone di sviluppare autonomamente forme di sostegno e crescita per i propri paesi".

"Il problema - spiega Don Andrea - è che i migranti pensano di venire qui è trovare una terra d'oro, ma non è così. Noi vogliamo anche combattere la 'disillusione', vogliamo fare in modo che chi venga qui lo faccia solo perchè nel proprio paese la guerra non gli permette di vivere"

Un'opera, quella di Shalom, che dal 1974 impegna energie a sostegno di progetti sia in Italia che in molti paesi del mondo, soprattutto in Africa. Tante le iniziative che vanno dalle adozioni a distanza, a progetti di formazione e lavoro, fino a percorsi di cooperazione iternazionale. In questo senso è fondamentale il rapporto tra istituzioni locali e l'associazionismo, in modo che progetti come questi siano sempre di più.

Durante la discussione, che ha impegnato le varie personalità istituzionali presenti, si è ovviamente parlato dei recenti sbarchi in Sicilia e dell'operazione 'Mare Nostrum', della decennale guerra israelo-palestinese e in generale dei paesi in via di sviluppo.

Il problema delle migrazioni di popoli, antico quanto l'uomo, assume oggi una duplice valenza. Da una parte c'è un problema di carattere umanitario: può la civile l'Europa rimandare indietro questi disperati lasciandoli alla loro sorte?.

Se la risposta è no allora l'Europa ha il dovere di fare qualcosa e aiutare l'Italia con fondi e sostegno pratico. "Si sta riflettendo su vari progetti anche all'interno dell'Agenzia europea Frontex - spiega l'ammiraglio Brogi - vedremo come andrà a finire".

I migranti vogliono sbarcare in Europa, che poi i suoi confini meridionali concidano con l'Italia, questo non significa che l'EU abbia il diritto di disinteressarsene e abbandonare tutto ad una 'precaria' gestione nazionale.

Ma se l'Europa, nata per fronteggiare i nazionalismi che causarono due guerre mondiali, ritiene che le migrazioni siano un rischio economico e culturale e non una risorsa, allora lo si dica apertamente e si prendano misure restrittive come esistono in altri paesi. La scelta sta alla Comunità europea, al Governo italiano.

Ovviamente si tratta di una scelta politica che ha grossi riscontri etici: come può la terra della democrazia e della libertà rifiutare questi disperati? Qualcuno ne dovrà rispondere.

Una cosa è certa: è di grande aiuto il lavoro di tutte quelle realtà che investono le proprie energie per creare progetti di aiuto nei paesi meno sviluppati e porre le basi per la loro emancipazione economica. Questo è l'obiettivo di Shalom e di molte associazioni.

Ogni paese, naturalmente, ha la sua storia e spesso per fronteggiare alcune crisi economiche o istituzionali serve un'attenta politica internazionale che favorisca la democrazia e lo sviluppo senza creare situazioni di guerra perpetua come alcune recenti 'avventure' militari Onu ci hanno insegnato.Qui entra in gioco la Comunità europea e, in generale, i governi del mondo.

Con la discussione di oggi l'associazione Shalom ha voluto sensibilizzare le amministrazioni e il territorio su questo tema e aprirsi al confronto su uno dei grandi problemi del XXI secolo.

L'iniziativa è stata anche l'occasione per presentare un 'Pellegrinaggio di Pace in Terra Santa', che si terrà dal 13 al 20 novembre e che partirà da San Miniato.

 

 

Fonte: Giovanni Mennillo

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