Alle pendici del monte Quoio si ricordano partigiani e vittime civili, inaugurata la lapide commemorativa

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A Monticiano, Scalvaia e alle pendici del monte Quoio, domenica scorsa, sono stati ricordati i partigiani della brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini” e i caduti civili a 70 anni dalla ritirata delle SS tedesche.  A Scalvaia, la sindaca Sandra Becucci ha inaugurato una lapide a ricordo dei civili fucilati (Latina Ganozzi, Orazio Paradisi, Savino Pedani), e dei caduti civili per l’esplosione di mine antiuomo: Ferruccio Ganozzi, Renato Ganozzi, Deodata Neri, Eugenia Neri, Marsilio Magnani, Osvaldo Magnani, Desiderio Magnani, Azelio Sarperi, Corinna Sarperi. Un caro ricordo è andato anche a Gino Bucalossi, caduto nel campo di prigionia di Tambov nel 1945.

Il sindaco e il gonfalone del Comune, decorato della medaglia d’oro al valore civile, fin dalla mattinata hanno raggiunto i monumenti che ricordano la lotta di liberazione. Deposizioni di corone e cerimonie commemorative hanno accompagnato le visite. Nel pomeriggio c’è stato un altro appuntamento al “seccatoio” sulle pendici del Monte Quoio, dove furono catturati i partigiani poi fucilati a Scalvaia e a Siena dai fascisti della Repubblica di Salò. La banda musicale di Torniella ha accompagnato la manifestazione. L’occasione è stata quella di un incontro, a tratti commosso, tra i partigiani superstiti e le nuove generazioni.

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Il settantesimo anniversario di questi tragici eventi ha spinto gli Amici della Bicicletta di Siena a organizzare “Ciclisti alla macchia”, con partenza da Siena per trascorrere due giornate sui luoghi della Brigata “Spartaco Lavagnini” con arrivo e pranzo a Scalvaia. Si è trattata di un’ulteriore occasione per ricordare l’eccidio del Monte Quoio, avvenuto 70 anni fa. All’alba dell’11 marzo 1944 due camion, uno proveniente da Siena ed uno da Grosseto, scaricarono oltre cento camicie nere nei pressi di Scalvaia. Questi, guidati da spie fasciste, accerchiarono i “seccatoi” del sughereto dove dormivano venti giovani renitenti alla leva, in attesa di raggiungere la brigata “Spartaco Lavagnini” che aveva la base nei boschi del Belagaio (Roccastrada) e di Pornella (Sovicille). I seccatoi furono investiti dal fuoco dei mortai e delle mitragliatrici e nulla poterono fare i due giovani a guardia dell’accampamento. Giovanni Bovini cadde sul luogo, Robert Haudin fu ferito mortalmente, gli altri catturati e fucilati lungo la strada o a Siena.

Fonte: Ufficio Stampa

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