
Se la raccolta differenziata in Maremma è di bassa qualità ciò è dovuto alla bassa qualità delle scelte politiche fin qui prese dagli amministratori toscani in materia di rifiuti (non è che il resto della regione, con un modestissimo 42%, stia molto meglio della Maremma)
Ormai tutti sanno che l'unica via per ottenere una differenziata di qualità sta nella raccolta “Porta a Porta”, lo dimostrano inequivocabilmente le esperienze di Capannori e della Val d'Elsa, ma questa strada è stata fin qui aspramente boicottata dalla lobby dell'incenerimento.
Inoltre, come ci ha chiaramente spiegato Enzo Favoino, esperto di fama mondiale sul trattamento meccanico dei rifiuti, al convegno tenuto lo scorso 11 giugno dai Beni Comuni Grosseto, l'impianto delle Strillaie (costato 23 milioni di euro alla collettività) potrebbe, con un investimento di poche centinaia di migliaia di euro, essere convertito alla produzione di differenziata di qualità, invece di produrre combustibile (CDR) per l'inceneritore di Scarlino.
Ma nelle assemblee dell'ATO i sindaci non fanno altro che sentirsi ripetere, da direttori e presidenti, di non lasciarsi abbindolare dalle sirene del “Porta a Porta”, che l'ATO Sud ha un impiantistica importante e che il ciclo deve essere chiuso dagli inceneritori.
Nell'ultima del 30 giugno scorso, l'assessore Tei, facente funzione di presidente al posto del sindaco Bonifazi, ha proposto di importare rifiuti (umido) da fuori ATO per far funzionare a pieno regime l'impianto di compostaggio delle Strillaie, manovra che frutterebbe all'ATO Sud 1,2 milioni di euro (e non si sa quanto ai privati che gestiscono gli impianti).
Ci chiediamo: Se l'umido prodotto nell'ATO Sud non satura la capacità delle Stillaie, perché si sta costruendo un nuovo impianto di compostaggio da 4000 ton/anno (costo 2,8 mil.) ad Abbadia?
Con il presente comunicato intendiamo ribadire con forza che:
- Gli inceneritori non chiudono il ciclo dei rifiuti: il CDR che vi viene bruciato, per un 30% diventa un rifiuto speciale, ceneri con un altissimo tenore di metalli pesanti e diossine (create nei forni) che devono essere smaltite, con molte precauzioni, in discarica. Il restante 70% finisce in atmosfera sotto forma di CO2, diossine e nanoparticelle cancerogene. (nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma)
- Il gestore SEI, vincitore di una gara d'appalto in cui gli unici altri concorrenti hanno ritirato le rispettive offerte a pochi giorni dall'apertura delle buste (e su questa circostanza dovrebbe forse indagare la magistratura) è inadempiente su molti impegni contrattuali, a cominciare dalla mancata presentazione del progetto esecutivo dei servizi (che doveva essere presentato ai comuni il 31 luglio 2013 e di cui ancora non c'è traccia) circostanza che ha costretto i sindaci a votare per l'ennesima volta, nell'assemblea di lunedì scorso, un assegno al buio ai gestori privati.
Per nulla ci consola l'argomento del sindaco di Siena, che lunedì scorso si rallegrava del fatto che nell'ATO Sud si fosse riusciti ad avere per gestore un consorzio di ditte toscane: Una cosa seria come quella dei rifiuti (prima voce di spesa per la maggior parte dei comuni) non può essere regolata da considerazioni di campanile, ma deve esserlo in primo luogo dal rispetto degli accordi contrattuali.
Ci fa piacere comunque constatare come la fronda dei sindaci all'attuale gestione ATO Sud sia in costante aumento e molti siano stati, lunedì scorso, i voti contrari alle opache scelte sottoposte loro dall'ordine del giorno, ci auguriamo inoltre che, quando sarà data loro la possibilità di eleggere un nuovo consiglio direttivo (quello in carica, scaduto e inspiegabilmente prorogato il 30 giugno scorso), sappiano voltare pagina e comincino a fare per davvero gli interessi dei cittadini.
Andrea Marciani, Beni Comuni Grosseto
Andrea Marciani, Beni Comuni Grosseto
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