
Potrebbe provenire dai fanghi delle concerie di Santa Croce, sversati abusivamente, l'odore acre che si sta diffondendo a Paterno, nel comune di Vaglia.
Secondo quanto riportato dal quotidiano on line corrierefiorentino.it i tecnici della Protezione civile, Corpo forestale dello Stato e Arpat, stanno scavando all’interno dei capannoni dell’ex stabilimento industriale cava calce Paterno, dismesso da oltre dieci anni.
La richiesta sarebbe arrivata dal Pubblico Ministero Luigi Bocciolini che sta indagando sulla questione.
Obiettivo degli uomini del corpo forestale delle Stato, coadiuvati dai tecnici dell'Arpat, una verifica sulla natura dei rifiuti stoccati nell'ex capannone della cava, un'area di quasi 3 ettari. L'inchiesta coordinata da Bocciolini portò all'iscrizione di 11 persone nel registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti e gestione di discariche abusive.
Tra questi anche il titolare della cava e gli affittuari. Stamani, pochi minuti dopo che la ruspa, messa a disposizione dalla Protezione civile, ha mosso la prima terra nella zona si è sparso un odore terribile che ha costretto tutte le persone presenti a indossare le mascherine di protezione. Nella ex cava, usata come stoccaggio di rifiuti da almeno 10 anni, secondo quanto appurato già a febbraio vi sarebbero oltre 1.200 'big bags' di un rifiuto denominato 'polverino 500 mesh' (sabbie finissime, con concentrazioni elevatissime di metalli pesanti come piombo, rame, nichel e cromo), rivenduto illecitamente dopo essere stato trattato da un impianto a Massa Carrara.
Il sospetto, più volte ci sono state segnalazioni e denunce dei residenti della zona, è che possano essere stati stoccati abusivamente anche altri rifiuti speciali, in particolare dicono gli abitanti quelli provenienti dalle concerie. "Non possiamo ipotizzare cosa effettivamente c'è fino a quando non saranno effettuate le analisi da parte dei tecnici dell'Arpat" precisano gli inquirenti. Il loro arrivo stamani è stato accolto con le lacrime agli occhi da parte dei residenti, che hanno abbracciato gli uomini della forestale: "ce l'abbiamo fatta. Finalmente siete arrivati - hanno detto - Qui c'è un'altra 'terra dei fuochi'".
A riguardo anche l'Arpat si è espressa con una nota ufficiale, che pubblichiamo:
ARPAT sta procedendo, insieme al Corpo Forestale dello Stato ed alla Protezione Civile della Provincia di Firenze, in esecuzione del Decreto di ispezione disposto dalla Procura di Firenze, ad ispezioni, rilievi e campionamenti all'interno del sito della ex Cava calce Paterno, nel Comune di Vaglia, con l'ausilio di un escavatore.
L'intervento del sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi
"Dobbiamo aspettare i risultati delle analisi dei tecnici dell'Arpat. Per ora non possiamo fare ipotesi". Così il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi, commenta i lavori di ispezione avviati stamani dal corpo forestale e dai tecnici dell'Arpat nell'ex cava sulla base del decreto del pm Luigi Boccioli, titolare dell'inchiesta. Borchi, che stamani è stato a Paterno a verificare quanto stava avvenendo, conferma che nella zona "il cattivo odore era terribile". I residenti da anni denunciano che nell'ex cava venivano stoccati rifiuti speciali, parlano di un elevato numero di morti per tumori, chiedono una bonifica. "Aspettiamo i risultati dei tecnici e poi decideremo come procedere" aggiunge il primo cittadino di Vaglia.
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