La Pubblica Assistenza di Montelupo esprime apprezzamento per la bozza di riforma del terzo settore in discussione in questi giorni al Consiglio dei Ministri.
Il terzo settore, che comprende il mondo dell’associazionismo e delle cooperative, merita infatti di essere ben regolamentato, poiché complessivamente in Italia rappresenta una fetta del Pil di oltre il 4%.
Tantissime sono poi le persone impiegate in questo genere di servizi: solo la Pubblica Assistenza di Montelupo, ogni giorno, in media impiega quindici volontari, che si occupano principalmente di trasporti sanitari ed emergenze, mettendo a disposizione le proprie conoscenze per rendere alla cittadinanza servizi migliori e a prezzo accessibile.
Oltre a questo, vi è anche l’attività commerciale, che si occupa principalmente di onoranze funebri, e impiega circa venti persone part time con contratto collettivo ANPAS. Uno degli spunti più importanti di questa bozza di legge, è proprio la regolamentazione delle parti commerciali e istituzionali, che, seppur divise, devono far parte di tutto un insieme.
Il guadagno percepito dalle attività commerciali, se effettivamente redistribuito alla comunità tramite servizi, non dovrà più far perdere il titolo di Onlus alle associazioni.
Un’altra parte importante è quella che riguarda i dirigenti delle associazioni. Spesso si tratta di persone che nella vita fanno altro, e non percepiscono nessuno stipendio o rimborso.
Gestire un’associazione, come ad esempio una Pubblica Assistenza, significa però gestire una vera e propria azienda.
La speranza è che nel nuovo ddl siano previste alcune agevolazioni per i dirigenti, se non economiche, quantomeno la possibilità di prendere un tot di giorni di permesso per partecipare alle attività delle associazioni.
Un altro punto focale riguarda le gare d’appalto, che spesso assegnano alcuni servizi a cooperative e associazioni, solo perché tengono i prezzi molto bassi.
In realtà, tutto questo nasconde una contraddizione, poiché tali enti, per mantenere questo risparmio, sottopagano i propri lavoratori e sfruttano la manodopera, facendo lavorare i propri operatori con una paga irrisoria e in condizioni di non sicurezza.
Essere una cooperativa non significa, per forza, essere bravi e buoni e la speranza è che la nuova authority possa finalmente premiare la bravura nel trovare risorse, e non nello sfruttare la manodopera.
Fonte: Pubblica Assistenza Montelupo Fiorentino
