Assemblea dei lavoratori della Shelbox di Castelfiorentino oggi, mercoledì 25 giugno, in azienda. Sul tavolo la necessità di incontrare urgentemente le istituzioni, il curatore fallimentare e l’ingegner Di Lauro per approfondire da vicino alcuni aspetti del piano industriale che è arrivato sul tavolo dei 109 lavoratori e del sindacato della Fiom Cgil. L’aspetto sul quale focalizzare l’incontro è capire se vi sarà l’effettivo reintegro di tutti i dipendenti Shelbox nel piano industriale promosso dall’ingegner Mauro Di Lauro e del consorzio di imprese Green Way, rispetto al verbale redatto in Provincia a Firenze il 29 maggio. Il reintegro di tutti i lavoratori era stato annunciato nel documento entro il 5 settembre. Una dimenticanza oppure le assunzioni sono un dato di fatto, il sindacato mantiene aperta la linea del dialogo ma chiede chiarezza e precisione su alcuni aspetti perché “la credibilità del piano stesso passa da questo punto” spiega la Fiom.
Inoltre i tempi stringono, la prima data è il 30 giugno, quando 30 dipendenti Shelbox vedranno scadere l’ammortizzatore sociale. Stefano Angelini della Fiom Cgil: “Abbiamo un nuovo elemento come la presentazione del piano industriale, un documento articolato per rilanciare il sito produttivo da valorizzare. Il progetto è chiaro: filosofia del social house verso il Sudamerica con alcune novità successive come la produzione di energia a biomasse e la produzione di pellet, rispetto ai combustibili domestici”. Quindi alla ‘nuova’ Shelbox, non solo prefabbricati: “E’ vero, ma ci sono alcuni aspetti che differiscono rispetto agli incontri fatti in Provincia. Serve un confronto con le istituzioni, questa discrasia fra la Di Lauro e la Provincia, comporta elementi non allineati”. Resta il fatto che l’unica ancora di salvezza resta Di Lauro: “Il documento è assolutamente importante dopo 18 mesi di presidio. I tempi sono stretti, da una cronologia che l'azienda si propone, si parla dal 20-24 luglio per l’avvio dei lavori con 30 – 40 dipendenti”. Si tratta infatti di dar vita ufficialmente alla new-co, ratificare gli accordi sindacali, acquistare i prefabbricati, realizzare i prototipi e tutto ciò entro la fine di luglio. Poi saranno esportati in Sudamerica. I tempi stringono come detto, se per 30 lavoratori il 30 giugno scade la cassa integrazione, il 5 settembre la stessa sorte toccherà a tutti gli altri. Alternative non ci sono, Di Lauro o altrimenti il baratro.
Il comunicato della Fiom Cgil di Firenze
La Fiom e la Rsu della Shelbox, l'azienda produttrice di case mobili fallita ormai da oltre un anno, hanno presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, le loro osservazioni in merito al documento che l'Ingegner Di Lauro, ha presentato alla Curatela che segue il fallimento.
Dopo la serie di incontri istituzionali tenutisi in queste ultime settimane anche con il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l'Ingegner Di Lauro, ha presentato una prima bozza di piano industriale che individua tre tipologie di produzioni per il rilancio dell'azienda: la produzione di unità abitative prefabbricate, il core business della Shelbox, quella di pellet combustibile domestico ed una terza produzione, da sviluppare in prospettiva, di energia a biomassa, pertinente con l'attività del Consorzio Greenway, l'altro soggetto attivo nel rilancio industriale.
Nei prossimi giorni la Di Lauro Consulting prevede di inviare una delegazione verso quei mercati coi quali intende intraprendere relazioni commerciali e laddove i piani governativi supportino la fattibilità del progetto sul social house e contemporaneamente dare ufficialmente vita alla Newco.
Il piano identifica la fine di luglio come periodo di ripresa dell'attività finalizzata inizialmente alla produzione di prototipi di unità abitative attraverso il reimpiego (con modalità da ratificare sul piano sindacale) di circa trenta lavoratori per poi puntare, come pianificato in Provincia lo scorso 29 maggio, alla riassunzione della totalità dei 109 lavoratori.
“Troviamo importante che dopo due mesi si sia di fronte ad un documento articolato che prova a rilanciare questo sito produttivo” afferma deciso Stefano Angelini della Segreteria della Fiom Cgil di Firenze “il progetto ci convince, abbiamo fatto riunioni formali e non formali per capire se l'idea possa effettivamente trasformarsi in progetto industriale e crediamo possa riuscirci.
Dopo 18 mesi di presidio permanente questo è infatti il primo atto concreto di sviluppo, pertanto da valorizzare con l'auspicio di una pronta ripartenza, individuata nel testo tra il 20 ed il 24 di luglio.
Ci sono elementi che differiscono rispetto al verbale stilato in Provincia, che credo sia necessario dirimere assieme alle istituzioni, pertanto chiederemo quanto prima un incontro per approfondire le questioni.
L'urgenza è data anche dal fatto che, nonostante la cassa integrazione scada il 5 settembre, dal primo di luglio circa 30 lavoratori non percepiranno più l'ammortizzatore sociale perché assunti a tempo parziale; per loro avere la consapevolezza e la certezza di un piano che prevede una ripresa dell'attività, significherebbe essere inclusi nel progetto ed allo stesso tempo permetterebbe alla nuova società di non disperdere competenze preziose.
La volontà di aprirsi al mercato sudamericano e africano ci pare essere l'elemento fondante con cui deve ripartire la Shelbox e sul quale noi vogliamo scommettere.
La credibilità del piano stesso passerà attraverso la verifica di tutti i punti esplicitati in questi mesi, primo la salvaguardia dei lavoratori, sulla quale giudicheremo la serietà dell'intervento.”