Le cose fatte a titolo personale e poi volutamente rese dominio di tutti mi hanno sempre lasciato un retrogusto di ipocrisia. E anche la pubblica esternazione del collega Luca Rossi che ci comunica, comunque con toni pacati, che ha comunicato di voler rinunciare ai gettoni di presenza (23 euro lordi per ogni riunione di consiglio o commissione comunale che vanno comunque poi portati in denuncia dei redditi e che possono anche far scattare una tassazione maggiore, facendo cumulo col reddito da lavoro) non fa eccezione.
Preso atto della sua legittima decisione mi pare però che Rossi faccia un po' confusione e, di fatto, con le sue parole denigri la figura istituzionale del consigliere comunale. Il collega parla infatti di referendum abrogativo del finanziamento pubblico ai partiti disatteso. Cosa c'entra il finanziamento pubblico con l'indennità spettante ai consiglieri comunali? E' vero, alcuni consiglieri devolvono il proprio gettone al partito di appartenenza ma è una scelta legittima e legale come quella di Rossi.
Poi, quando parla di poco tempo speso per adempiere alla funzione di consigliere, denota una certa superficialità nei confronti del ruolo per il quale si è candidato e per il quale i cittadini elettori gli hanno accordato fiducia, sapendo benissimo che lo stesso avrebbe avuto una simbolica indennità di funzione. Fare il consigliere non significa solo alzare una mano durante un consiglio comunale (come ha giustamente ricordato il suo capogruppo Tania Tombelli nel consiglio comunale di insediamento di qualche settimana fa) ma vuol dire spendere tempo e risorse, spesso personali, per il bene collettivo della comunità che siamo chiamati ad amministrare, sia che si sia maggioranza o che si stia all'opposizione.
Non vorrei che questa pubblica esternazione fosse legata alla singolare assenza di Rossi proprio al primo consiglio comunale, quando fu visto nell'aula consiliare ma non si sedette fra i banchi del consiglio a causa, vox populi, di presunte frizioni con il sindaco Masetti che avrebbe posto il veto all'assegnazione di un assessorato proprio al consigliere che ora, anche troppo platealmente, rimarca la sua lontananza da una politica legata a prebende e privilegi inesistenti a certi livelli per certe assemblee elettive che, con la sciagurata riforma Caldelroli, hanno perso importanti pezzi di rappresentatività democratica.
Federico Pavese, Consigliere comunale Monteluponelcuore
