
<O studiar con impegno ed essere uomini o a Empoli volar per Corpus Domini>. Ogni empolese che si definisca tale, almeno una volta, ha sentito questa frase, la frase simbolo del volo del ciuco, la grande festa popolare che si celebra dal 1397 dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato, ritenuto all’epoca inespugnabile e conquistato con un abile stratagemma, ovvero legando lumini al collo di pecore e capre che, al buio della notte, furono facilmente fatte passare per un esercito di persone. La resa fu immediata, la città fu così facilmente conquistata visto che, quando le pecore si avvicinarono e i samminiatesi se ne accorsero, nelle loro mani non c'era più un'arma. Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne così beffardamente invitato ad Empoli “dove avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco“. E così fu.
Un rito antichissimo, quindi, che rivive da alcuni anni grazie alla compagnia di Sant'Andrea che, nella settimana che precede il Corpus Domini, festa religiosa molto sentita in città, allieta gli empolesi con spettacoli e giochi di piazza fino al volo finale del ciuchino che ricorda quel lontano episodio. Ma, oltre a questo aspetto festaiolo, c'è dell'altro nel volo del ciuco, un aspetto ben più importante. E' un momento, infatti, nel quale si tocca con mano il senso di appartenenza alla città. Insomma, diciamocelo, anche per le nostre origini storiche (Empoli viene da Emporium che significa mercato e quindi posto di passaggio) questo aspetto a noi un po' manca, manca un qualcosa che ci faccia sentire legati alla nostra Empoli. Senza voler arrivare al palio senese ed al morboso attaccamento che c'è per la città da parte dei suoi abitanti, manca un qualcosa che ci faccia sentire empolesi. In parte ci riesce da qualche anno la squadra di calcio con gli ottimi risultati che centra, ma lo sport è cosa sì importante ma diversa da una festa popolare. Ci si provò anni fa con il gioco della palla doppia in piazza del Popolo, ma la cosa non durò tantissimo. Il volo del ciuco rappresenta quindi tutto questo, colma una lacuna, è il momento in cui un empolese, pur come sempre brontolando o per la lunghezza del corteo, o per l'orario del volo o per qualunque altra cosa purchè si possa borbottare, ha piacere di essere in piazza davanti alla Collegiata. Quel ciuchino che vola dal campanile al palazzo Ghibellino, per ognuno di noi, rappresenta la nostra città, un pezzo della nostra storia, di noi. Per questo è bello esserci, per questo la compagnia di Sant'Andrea che lo ha riproposto merita solo un grazie per la passione, l'impegno e la motivazione che muove il lavoro - volontario - dei suoi componenti.
Concittadini empolesi, ci si vede domani pomeriggio in piazza dei leoni. Vola i'ciuco.
Marco Mainardi