Careggi, presentato il progetto per la realizzazione di un asilo nido

La casa colonica da ristutturare

Opere preliminari ai lavori di realizzazione dell’Asilo nido di Careggi e per presentare il nuovo
reparto di degenza dell’Unità Spinale in fase di attivazione. Le iniziative sono già inserite nel programma del Centenario di Careggi.

L’ASILO NIDO DI CAREGGI
L’asilo nido di Careggi sarà realizzato in Viale Pieraccini 27, con la ristrutturazione di un’antica casa colonica e sarà intitolato all’Architetto Laura Cavina, recentemente scomparsa a causa di una grave malattia. Il progetto è stato curato fin dalle prime fasi dall’architetto Laura Cavina, che a Careggi ha gestito la maggior parte dei numerosi cantieri nel corso delle grandi opere di ristrutturazione dell’ospedale. Dopo la sua prematura scomparsa, lo scorso il 20 maggio, la Direzione dell’Azienda ha deciso di dedicarle l’asilo, alla cui realizzazione Laura Cavina teneva molto.

La struttura sarà in grado di accogliere 40 bambini fra i 12 e i 36 mesi, per la maggior parte figli dei
lavoratori di Careggi, ma anche provenienti da famiglie del quartiere 5. Il progetto prevede un’area di
ingresso e accoglienza, tre aule per il gioco, la mensa ed un ampio spazio riposo, oltre a locali tecnici per la
preparazione dei cibi, il lavaggio delle stoviglie, una dispensa. Sono previsti ambienti per gli operatori e per i
colloqui con i genitori.

Nella relazione di presentazione del progetto dell’asilo di Careggi coordinata dall’architetto Laura
Cavina si affermava che: <<L’ambiente fisico dell’Asilo Nido si configura come un luogo di aggregazione
sociale di adulti e bambini all’interno del quale è di primaria importanza il benessere di tutti coloro che lo
abitano: i suoi spazi con gli arredi e le attrezzature ludiche e didattiche rappresentano opportunità di sviluppo
dell’esplorazione, di luogo dove tessere relazioni per ri-conoscersi, ri-trovarsi. L’assunzione di
consapevolezza rispetto al ruolo dello spazio nello sviluppo delle potenzialità e dell’identità dei bambini,
induce a porre molta attenzione agli arredi, ai giochi, ai materiali messi a disposizione e alla loro
collocazione.
E’ necessario ipotizzarne l’uso che i bambini possono farne in considerazione che l’esperienza
quotidiana non si ripete mai allo stesso modo ma si ricompone in nuove modalità e diverse attività.
L’organizzazione dello spazio deve avere come base di partenza due bisogni fondamentali dei bambini:
quello di ritrovarvi ogni giorno dei punti di riferimento, rassicuranti, e quello di poterne esplorare la novità.
Altresì, occorre riconoscere che lo spazio dei servizi all’infanzia deve essere progettato in funzione del
rapporto fra genitori e personale del nido e perciò organizzato per attivare tutte le esperienze che facilitano
la presenza delle famiglie all’interno dell’Asilo Nido>>.

Laura Cavina nota biografica
Laura Cavina è nata a Lugo, in provincia di Ravenna nel 1956 si è laureata a Firenze nel 1982 con lode con una tesi sul progetto di una residenza per anziani non autosufficienti. Dopo alcuni anni dedicati alla ricerca nell’università di Firenze, collaborazioni con riviste e manuali di architettura sanitaria e attività libero professionali, nel 1999 diventa architetto dirigente dell’Azienda Careggi, contribuendo alla progettazione dell’Unità
spinale del CTO. Fra gli incarichi più rilevanti, il controllo dei lavori per l’Unità Operativa Nuove opere e le istrutturazioni dell’ospedale Careggi, oltre alla direzione di numerosi lavori realizzati nell’azienda ospedaliero universitaria fiorentina che oggi ricorda Laura Cavina con affetto personale e stima professionale.

IL NUOVO REPARTO DELL’UNITA’ SPINALE DEL CTO DI CAREGGI
La direzione di Careggi presenta il nuovo reparto di degenza dell’Unità Spinale e Neuro-Urologia del CTO. Completato all’inizio di giugno, dispone di 18 posti letto: è già stata attivata la sezione di Day Hospital e raggiungerà la piena operatività nel mese di settembre. È composto da 9 stanze di degenza ed è dedicato prevalentemente alla neuro urologia, alla chirurgia riabilitativa e alla chirurgia delle complicanze derivanti dalle lesioni al midollo spinale. Il nuovo reparto va a completare il progetto di ristrutturazione dell’Unità Spinale di Careggi che ha già portato all’attivazione della nuova piscina nel 2010.

Unità Spinale nota di presentazione L’Agenzia Regionale per la Cura del Medulloleso adotta metodologie cliniche, professionali e tecniche che s’ispirano a criteri d’efficienza, efficacia, appropriatezza ed innovazione, di miglioramento continuo della qualità. Essa declina la continuità del percorso assistenziale del cittadino medulloleso a partire dal primo soccorso sul luogo dell’evento, al trattamento in fase acuta e critica, alla stabilizzazione, alla prevenzione delle complicanze, all’avvio della fase di riabilitazione, al pieno recupero delle funzioni residue, fino a raggiungere il massimo livello possibile di autonomia per ottenere il massimo reinserimento nell’ambiente di vita, familiare, sociale e lavorativo. I ricoveri nel 2013 sono stati 1.087, le prestazioni ambulatoriali 13.993. La percentuale complessiva di pazienti provenienti da fuori regione all’unità spinale e alla neuro urologia è del 25%.

In regime di ricovero sono eseguite le seguenti prestazioni: terapia sub-intensiva con letti monitorizzati, neurochirurgia e chirurgia vertebrale, chirurgia plastica per le lesioni cutanee da decubito, chirurgia della mano per la riabilitazione chirurgica dell’arto superiore nel tetraplegico, impianti di delivery system intratecali per la spasticità, neuro-urologia dispone di tecnologie innovative quali: tossina botulinica e pace maker per incontinenza e disturbi del pavimento pelvico, chirurgia urologica funzionale ed endoscopica, ed elettrostimolazione. In regime ambulatoriale l’offerta assistenziale comprende vari ambiti: follow-up generale, neuro-urologia con diagnostica avanzata di urodinamica e videourodinamica, ortopedia, fisiatria, andrologia, neurofisiologia, terapia del dolore, terapia della spasticità.

La gestione della fase acuta del trauma
Nei primi giorni dopo il trauma (fase acuta) il paziente è assistito in un’apposita area di cura, detta
Area Rossa, fino a quando il respiro, la circolazione e le funzioni vegetative (attività vescicale, intestinale,
ecc.) si saranno sufficientemente stabilizzate. In questa fase il paziente necessita di aiuto per le funzioni
vitali (es. mangiare, lavarsi, evacuare la vescica e l’intestino compromessi dalla paralisi). Già dai primi giorni
dopo la lesione, quando le condizioni lo permettono, s’invita Il paziente a essere il più possibile
autosufficiente, nell’ottica di una precoce riabilitazione.

La degenza post-acuti
Superata la fase acuta, che può durare anche diverse settimane, il paziente è trasferito nell’area
degenza post-acuti (zona verde o zona gialla). La mobilizzazione sarà graduale. Quando il paziente andrà in
carrozzina (fase avanzata), le cure fisiche e anche i pasti avranno luogo nelle rispettive aree (palestra, sala
mensa, sala di terapia occupazionale, ecc.). Sono inoltre previsti periodici incontri di educazione sanitaria
rivolti ai familiari e ai degenti e tenuti dai vari operatori dell’equipe multidisciplinare. In questa area sono
previste anche le riammissioni.

Assistenza infermieristica
Il personale infermieristico è impegnato, in particolare nella fase acuta, nel monitoraggio dei parametri
vitali, nella somministrazione di specifiche terapie, nella prevenzione delle possibili complicanze. Gestisce
attività come l’igiene personale, la mobilizzazione continua, l’insegnamento all’autonomia e all’inserimento
familiare e sociale, il supporto psicologico. Gli operatori socio sanitari (OSS) collaborano con gli infermieri
nell’assistenza di base e si occupano anche del comfort igienico

Fisioterapia
I fisioterapisti gestiscono l’intervento riabilitativo con il paziente, protagonista attivo del trattamento, al
fine di recuperare la massima autonomia. In una prima fase l’attenzione va alla prevenzione delle
complicanze, al posizionamento, all’addestramento alla posizione seduta. La palestra segna la seconda fase
e ha come obiettivi il recupero e il rafforzamento delle potenzialità residue tramite esercizi terapeutico
riabilitativi, idroterapici, attività propedeutiche allo sport, per favorire il reinserimento sociale.

Terapia occupazionale
I terapisti occupazionali gestiscono e attuano l’intervento di terapia che si rivolge prevalentemente alla
rieducazione dei deficit motori e sensitivi dell’arto superiore, per il recupero delle abilità per le attività
quotidiane (alimentazione, igiene personale, ecc.) anche tramite ausili personalizzati; particolare interesse
rivestono gli ausili informatici per l’utilizzo del PC. Insieme ai fisioterapisti, i terapisti curano l’addestramento
alla mobilità compatibilmente alle nuove capacità funzionali (uso della carrozzina o altri ausili).

Sport
Un istruttore sportivo promuove ed attua la pratica dello sport che riveste un ruolo molto importante
nel percorso riabilitativo della persona con lesione midollare. Per questo, nell’ambito della più generica
promozione della salute, incoraggiamo tutti, in particolare i giovani, a praticare lo sport, iniziando già durante
le ultime fasi del ricovero. Il tennis da tavolo e il nuoto sono praticati presso la nostra struttura.

Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi

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