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Pancani (Giovani Confartigianato): “Occorre un più elevato ricambio generazionale. La 'Fornero' va modificata”

Carlo Pancani

I dati sull'occupazione giovanile in Italia sono sempre più preoccupanti. Nel nostro paese infatti, la quota di inattivi è pari al 58.3 per cento, contro la media del 44.1 per cento dell'euro-zona. Per non parlare dei così detti “neet”, circa un milione e mezzo di persone che non studiano e non lavorano.

Nonostante la situazione difficile però, il presidente dei Giovani di Confartigianato Carlo Pancani non perde la fiducia e guarda al futuro: “Finalmente – dice Pancani – siamo in una situazione nella quale è chiaro chi prende le decisioni e di chi sono le responsabilità; tuttavia è chiaro che ci aspettiamo sempre qualcosa in più”.

In effetti da mesi il dibattito politico italiano è incentrato sul tema dei contratti di lavoro, del “Job act” e della flessibilità per agevolare l'entrata dei giovani nel mercato del lavoro. Flessibilità non solo in entrata però, ma anche in uscita.

“Per questo è necessario – osserva ancora Pancani – superare la riforma Fornero e rendere più agevole l'uscita dei più anziani dal mercato del lavoro, in modo da garantire un livello più alto di ricambio generazionale”. “Anche perché – spiega Pancani – la flessibilità di per sé non è un valore assoluto perché non crea né migliora le condizioni per fare impresa, specie nel mondo dell'artigianato; una maggiore flessibilità è certamente positiva per le grandi multinazionali, che in questo modo possono fare ampio ricorso al turnover del personale senza troppi problemi, ma per il mondo dell'artigianato le ricette sono altre”.

Il “made in Italy” e la qualità dei prodotti di cui spesso si parla è un valore aggiunto per le nostre aziende. Per questo va tutelato in Europa ma anche in Italia: “Negli ultimi anni abbiamo assistito alla liberalizzazione selvaggia degli orari e dei giorni di chiusura degli esercizi commerciali; questo a discapito delle piccole aziende artigiane che propongono sul mercato prodotti italiani di grande qualità ma che non possono competere, in termini di prezzo, con i prodotti della grande distribuzione”.

Poi c'è il problema dei problemi, fare impresa. Il nodo resta uno: predisporre azioni per incentivare gli aspiranti imprenditori a dare corpo alle loro idee, agevolando le start-up d'impresa e riducendo sensibilmente il costo del lavoro. Tuttavia, oltre ai tanti ostacoli che ci sono per aprire un'attività, tra burocrazia imperante, tempi d'attesa elefantiaci e tributi elevati, il presidente dei giovani di Confartigianato Carlo Pancani mette l'accento su un altro aspetto: “Purtroppo negli ultimi anni – dice – stiamo assistendo al progressivo venir meno della voglia di fare impresa, soprattutto tra i giovani; questo dato, che spesso viene trascurato, non è secondario ed è molto preoccupante”. Insomma i giovani, anche se disoccupati, preferiscono un lavoro dipendente piuttosto che cimentarsi  in un'attività propria.

“Certo – spiega Pancani – è anche vero che aprire un'attività ha dei costi che non tutti possono permettersi, ed è per questo che mi sento di lanciare una provocazione a tutti quei giovani che hanno un'idea nel cassetto pronta per essere sviluppata: venite alla Confartigianato con un progetto, un'idea imprenditoriale vostra, e se è valida la nostra associazione metterà in campo tutti gli strumenti possibili per realizzarla”.

 

Fonte: Confartigianato Pistoia

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